Cinque tra analisti e manager di Standard & Poor’s e la stessa società di rating sono stati assolti dal Tribunale di Trani dall’accusa di manipolazione aggravata e continuata del mercato. Si tratta della prima sentenza mai emessa da un tribunale italiano sull’operato delle agenzie di rating: è stata letta nell’aula della sezione penale dal giudice Giulia Pavese e verrà depositata entro 90 giorni. Entriamo, dunque, nello specifico: l’ex presidente mondiale di Standard & Poor’s, Deven Sharma, è stato assolto per non aver commesso il fatto; il responsabile per l’Emea, Yann Le Pallec, e gli analisti Eileen Zhang, Franklin Crawford Gill e Moritz Kraemer perché il fatto non costituisce reato. La responsabilità amministrativa della società, inoltre, è stata giudicata insussistente. È stato assolto anche David Michael Willmoth Riley, che era all’epoca dei fatti capo rating della sede londinese di Fitch, per il quale era stata chiesta una condanna a 9 mesi di reclusione e 16mila euro di multa perché accusato di aver rilanciato dal 10 al 18 gennaio «indebiti annunci preventivi di imminente declassamento» dell’Italia, mai decretato ufficialmente fino al 27 gennaio 2012. Soddisfazione per Standard & Poor’s, secondo cui la sentenza conferma inequivocabilmente che la società in questi anni è stata oggetto di «illazioni fantasiose». Guido Alleva, avvocato degli imputati, sostiene che questa decisione dimostra «che le ipotesi di responsabilità di S&P erano sostanzialmente infondate, come abbiamo sempre sostenuto». D’altro canto è deluso e amareggiato il pm di Trani, Michele Ruggiero, il quale – come riportato da Skytg24 – si è detto comunque orgoglioso per la battaglia condotta in tribunale «per ripristinare un po’ di trasparenza e di verità». Prima di valutare il da farsi, però, vuole leggere le motivazioni della sentenza.



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