Come noto, a Siena oltre che su Mps c’è un certo interesse sia per le indagini sulla morte di David Rossi che sul processo in cui sono imputati Antonella Tognazzi, vedova dell’ex responsabile comunicazione di Rocca Salimbeni, e il giornalista de Il Fatto Quotidiano Davide Vecchi. Per entrambi l’accusa è quella di aver rivelato uno scambio di mail tra Rossi e Fabrizio Viola, amministratore delegato della banca. A questo caso Il Giornale d’Italia ha deciso di dedicare un articolo, visto che è finito anch’esso sotto accusa “per aver rivelato in anteprima la notizia dell’iscrizione nel registro degli indagati del pm Aldo Natalini (poi archiviato dalla procura di Viterbo) per violazione del segreto istruttorio”. L’attacco del pezzo è piuttosto netto e chiaro: “Vietato parlare e scrivere di Mps. Guai a informare i cittadini delle malefatte che accadono a Siena. Pena, il processo”.
Mps continua a lavorare al nuovo piano industriale da sottoporre alle istituzioni europee e un punto importante sarà quello riguardante i crediti deteriorati. Milano Finanza fa notare un fatto curioso: le banche cercano di liberarsi di Npl che ne zavorrano i bilanci, mentre ci sono fondi pensione che avrebbero bisogno di rendimenti piuttosto importanti in un’epoca di bassi tassi. Rendimenti che potrebbero arrivare proprio dagli Npl. E infatti ci sono fondi esteri piuttosto interessati ai crediti deteriorati delle banche italiane. Proprio per questo, segnala il quotidiano finanziario, c’è vorrebbe agevolare “l’incontro” tra fondi pensione e istituto di credito italiani, di modo che possano trovare soluzioni utili a entrambi.
È un periodo cruciale per il futuro dell’istituto di credito Monte dei Paschi di Siena che proprio nelle scorse ore ha annunciato ufficialmente l’uscita dal prossimo 20 marzo dal listino dei titoli FTSE Mib. Una decisione storica che ovviamente rientra in un articolato piano di risanamento previsto dai nuovi vertici societari. Intanto c’è da fare i conti con il processo che si sta tenendo a Siena per stabilire le responsabilità per la morte del manager David Rossi. Secondo quanto riportato da Il Fatto Quotidiano, il Movimento Cinque Stelle e da i deputati di Possibile hanno chiesto al Ministro della Giustizia Andrea Orlando massima attenzione sul processo. Un processo nel quale i pm che si stanno occupando delle indagini hanno chiesto l’archiviazione lasciando trasparire la convinzione che si possa trattare di suicidio ed è per questo che sia i parlamentari di Possibile guidati da Giuseppe Civati che esponenti del M5S hanno richiesto a Siena l’invio di ispettori.
Il piano industriale di Monte dei Paschi di Siena potrebbe vedere la luce il 9 marzo, quando è in programma un nuovo cda della banca toscana. C’è ancora incertezza sulla reale entità dell’intervento pubblico, che probabilmente dovrebbe aggirarsi intorno ai 6,6 miliardi di euro. Una cifra certamente importante, e che non è lontana dal costo del salvataggio delle quattro banche fallite alla fine del 2015. Secondo quanto riporta Il Sole 24 Ore, infatti, gli oneri per Banca Marche, Banca Etruria, CariFerrara e CariChieti hanno superato i 5 miliardi di euro. Tuttavia, ricorda il quotidiano di Confindustria, questa cifra è stata stanziata dal sistema bancario e non dallo Stato. Anche se obbligazionisti e azionisti delle banche in questione hanno dovuto pagare un alto prezzo, stimato in circa 400 milioni di euro. Il Sole 24 Ore ricorda che il Fondo di risoluzione a fine 2015 ha dovuto stanziare in tutta fretta 2,3 miliardi di euro, seguiti nel 2016 da un altro miliardo e mezzo. Per il ristoro degli obbligazionisti si prevede occorrano 200 milioni, mentre per la ricapitalizzazione delle banche sono stati messi in campo quasi 700 milioni. Attraverso il Fondo Atlante, i crediti deteriorati delle quattro banche sono stati acquistati dovrebbero essere spesi poco meno di 850 milioni. Al momento dunque il salvataggio è stato costoso, anche se c’è da dire che dai crediti deteriorati potrebbe arrivare qualche plusvalenza in futuro. In ogni caso questi dati sono sicuramente utili per fare meglio i conti sull’intervento necessario a mettere in sicurezza Montepaschi e a seguire Banca Popolare di Vicenza e Veneto Banca.
Si continua a lavorare al piano che dovrà portare all’aumento della quota pubblica nel capitale di Monte dei Paschi di Siena. C’è chi ritiene che prima dell’estate non possa accadere nulla, ma c’è anche chi pensa che la banca toscana dovesse essere nazionalizzata già almeno 5 anni fa. Il Corriere della Sera scrive infatti che secondo i consulenti della Procura generale di Milano, Francesco Corielli e Roberto Tasca, non si sarebbe dovuti ricorrere ai Monti Bond, dato che servivano a coprire le perdite generate dall’acquisto di AntonVeneta e dai crediti deteriorati. Si doveva quindi intervenire con risorse pubbliche, fino alla nazionalizzazione, solo dopo l’azzeramento dei soci, in particolare la Fondazione Mps. La perizia fa parte della documentazione contro l’archiviazione per gli ex vertici Fabrizio Viola e Alessandro Profumo nonché per la stessa Mps nell’indagine sulla contabilizzazione di Alexandria e Santorini fino al 2015.
Sul piano di Monte dei Paschi di Siena continua a esserci un confronto in corso tra la Commissione europea e la Bce. Lo riferiesce l’Adnkronos citando fonti del Tesoro. L’auspicio è che in tempi brevi si possa arrivare a un chiarimento definitivo tra le due parti e pare che sia Bruxelles a essere in grado di sbloccare lo stallo che si è creato. Il punto più critico resta quello dell’ammontare della ricapitalizzazione, così da capire quanti soldi dovranno essere messi dallo Stato. Un dettaglio non di poco conto, che influisce anche sull’operazione relativa alla cessione dei crediti deteriorati. Dunque anche il lavoro degli advisor su questo tema non può essere approfondito in mancanza dei dettagli tecnici sulla ricapitalizzazione precauzionale. Non resta quindi che aspettare le mosse delle autorità europee.