La settimana che inizia oggi si apre all’insegna dello spread. I mercati finanziari europei sono nervosi a ragione dell’approssimarsi delle elezioni presidenziali in Francia in una situazione quanto meno confusa. Anche i sondaggi sulle elezioni tedesche (che presumibilmente porteranno a una nuova “grande coalizione”) suggeriscono esiti tutt’altro che scontati. Forte è l’attenzione, quindi, su Francia e Germania. Tuttavia, analisti e scommettitori stanno puntando il cannocchiale e il microscopio anche sull’Italia. Dove – dice uno specialista britannico – si sta profilando uno spread “rosso tiziano”.



Il “rosso tiziano” è chiaramente un gioco di parole. Da un lato, ci si riferisce a uno dei colori che caratterizzano il famoso pittore rinascimentale veneziano. Da un altro, al rosso incandescente dell’indagine Consip in cui paiono coinvolti, a torto o a ragione, Tiziano Renzi, padre dell’ex Presidente del Consiglio (ed ex Segretario del Partito democratico), nonché un amico fidato di quest’ultimo, l’attuale ministro dello Sport, Luca Lotti.



Non sta certamente a un economista entrare nel merito delle indagini e delle pagine e pagine (purtroppo credibili) di dettagli che riempiono i giornali. Non è neanche il nostro ruolo fare appelli moralistici su questo e su quello. Abbiamo, però, il dovere, prima del diritto, di ricordare quali sono i canoni di base della teoria economica dell’informazione applicata all’economia pubblica e alla finanza. Le news muovono i mercati. Se sono news errate, possono fuorviarli. Ma è arduo pensare che la slavina di news di questi giorni sia tutta frutto della fantasia di menti distorte di procuratori e di giornalisti. È anche difficile che in Italia, in difesa del Tiziano, si possano fare, come in Turchia, arresti in massa di magistrati e giornalisti. E restare nel consesso europeo.



La materia non è nuova e nel nostro Paese ha avuto importanti sviluppi. Dal volume “News e dinamica dei tassi di cambio” di Massimo Tivegna e Grazia Chiodi (il Mulino 2001) alla serie di tre libri della Scuola Nazionale d’Amministrazione (2003-2005) su news e, rispettivamente, mercato del lavoro, e-Government nelle Pa e prezzi negli di transizione dalla lira all’euro (oltre a numerosi altri apporti scientifici). Quindi, numerosi economisti e funzionari pubblici dispongono della “cassetta degli attrezzi” per affrontare il problema.

All’estero, hanno la strumentazione ancora più ricca di noi. Oltre confine, l’impressione generale è che un gruppo dirigente politico, sconfitto duramente al referendum, viene ora travolto da un’inchiesta di malaffare di natura e dimensione tale da coinvolgere piuttosto prima che poi anche gli organi di controllo europei. Quali che siano le responsabilità penali, se a tale gruppo sta a cuore il Paese, sia per evitare una turbolenza economico-finanziaria, sia per difendersi meglio nelle sedi giudiziarie appropriate, dovrebbe fare un forte passo indietro (l’ex Presidente del Consiglio aveva comunque annunciato che si sarebbe ritirato a vita privata in caso di sconfitta al referendum costituzionale) e rinunciare sia alla candidatura alla Segreteria del Pd, sia a un’eventuale contesa elettorale.

È vero che le colpe dei figli non debbono ricadere sui padri (e che le eventuali colpe di Tiziano Renzi e Luca Lotti, come in frequenti casi recenti, non sono state ancora provate), ma è anche vero che la moglie di Cesare deve essere al di sopra di ogni sospetto. E con la moglie, lo devono essere anche i suoi congiunti e i suoi amici più stretti. Se quanto si legge in questi giorni risulta falso o non pertinente, il gruppo potrà tornare con maggiore chances di successo a vita pubblica. Altrimenti, proprio la teoria economica dell’informazione lo lascerà con il marchio di avere ucciso la tremula ripresa, messo in serio imbarazzo il Governo e aggravato la situazione economica, politica e sociale dell’Italia. L’economia, la finanza e gli elettori non fanno sconti.