Il salvataggio di Mps non porterà a nuove situazione di “bail-out”. Lo ha garantito Margrethe Vestager, commissario Ue alla concorrenza. In un’intervista a Bloomberg ha infatti detto che esiste un insieme di regole proprio per evitare queste situazioni, consentendo comunque allo Stato di intervenire. Ovviamente il caso di Montepaschi costituirà una sorta di precedente anche per gli altri paesi membri, ma questo non vuol dire che ci sarà un massiccio ricorso ai salvataggi bancari nell’Ue. La Vestager ha anche detto che al momento non è ancora pervenuta dal Governo italiano alcun dettaglio specifico riguardo il suo intervento in Mps. Non resta che aspettare giovedì per vedere se il cda della banca toscana approverà il piano industriale.
Oggi ricorre il quarto anniversario della morte di David Rossi, ex responsabile della comunicazione di Mps, precipitato in circostanze ancora non del tutto chiarite dalla finestra del suo ufficio a Rocca Salimbeni. Per la Procura di Siena si è trattato di suicidio, ma la moglie dell’uomo non ha mai creduto a questa ipotesi e con i suoi legali ha fatto notare diversi elementi che non sembrano collimare con il fatto che Rossi si sia gettato da solo dalla finestra. Nel vicolo dove è stato rinvenuto il suo corpo oggi è comparso uno striscione con la scritta “Verità per David”. Come riporta l’Ansa, la madre dell’uomo ha fatto apporre anche una rosa bianca sullo striscione e ha acquistato uno spazio pubblicitario su La Nazione per scrivere: “Tutti sono con noi ma la verità non viene mai fuori. La morte si sconta vivendo”.
Se il futuro di Mps appare abbastanza certo, nel senso che l’intervento dello Stato eviterà il peggio, c’è da chiedersi se nel passato della banca toscana si potrà arrivare a una chiarezza definitiva. La Procura di Milano ha infatti chiuso le indagini verso gli ex vertici di Montepaschi, in particolare Giuseppe Mussari, Gianluca Baldassari e Antonio Vigni, con delle accuse piuttosto pesanti: perdite per oltre 300 milioni di euro occultate nel bilancio 2009 attraverso il derivato Alexandria stipulato con la banca giapponese Nomura. C’è da sperare che si tratti di un episodio del passato e che quindi ora nei bilanci non ci siano delle perdite non evidenziate che potrebbero aggravare una situazione già non facile.
A Siena non tiene banco solamente la vicenda Mps, ma anche un processo a carico di Antonella Tognazzi, vedova di David Rossi, già responsabile della comunicazione di Rocca Salimbeni, e Davide Vecchi, giornalista de Il Fatto Quotidiano. I due sono accusati di aver rivelato lo scambio di mail avvenuto tra Rossi e l’amministratore delegato di Montepaschi Fabrizio Viola. E, come riporta lo stesso Fatto, ora anche il mondo politico sta cominciando a interessarsi al caso, visto che il giornalista è stato costretto a rivelare la sua fonte. I deputati di Possibile Civati e Maestri hanno chiesto l’intervento del ministro della Giustizia Orlando. E il Movimento 5 Stelle, già sensibile al tema dell’inchiesta sulla morte di Rossi, ha fatto sapere, attraverso l’Onorevole Giulia Sarti, che intende presentare un’ulteriore interrogazione sulla vicenda.
Tra Banca centrale europea e Commissione Ue è in corso un braccio di ferro che sta complicando la vita a Monte dei Paschi. Lo scrive Bussiness Insider Italia, ricordando che seppur Marco Morelli ha affermato che non gli risulta esserci un qualche “dissapore” tra le due istituzioni europee, è pur vero che o stesso amministratore delegato di Monte dei Paschi ha ammesso che un confronto tra le due è in atto. Che finché non sarà concluso non potrà che bloccare il piano industriale della banca toscana. Del resto una volta completato questo dovrà essere trasmesso da Rocca Salimbeni al ministero dell’Economia e delle Finanze, che dovrà poi inviare il documento alla Commissione europea, così da farlo esaminare per verificare la compatibilità con la normativa relativa agli aiuti di Stato. Business Insider Italia ricorda quindi che Bruxelles vorrebbe che la ricapitalizzazione di Monte dei Paschi sia la minore possibile, per far sì che non venga usato molto denaro pubblico. Al contrario, Francoforte vorrà assicurare solidità patrimoniale alla banca e dunque spingerà per un aumento di capitale corposo, tanto da aver chiesto nell’arco di meno di circa un mese di portarlo da 5 a 8,8 miliardi di euro. Il confronto tra Bce e Commissione Ue sarà poi fondamentale per capire quale rimborso potranno aspettarsi i possessori di bond subordinati di Mps e quale potrebbe essere il valore delle azioni della banca, che già saranno costrette a lasciare il Ftse Mib tra non molti giorni. “Sta di fatto che più dura questo confronto e più i tempi del salvataggio si allungano”, si legge nell’articolo. Non resta dunque che attendere notizie anche dall’Europa, oltre che da Siena e Roma.
Sul suo blog sul sito de Il Sole 24 Ore, Marco Ferrando riassume alcuni fatti della settimana uniti da un filo rosso. Tra i fatti elencati c’è il convegno organizzato dalla Fabi cui ha preso parte anche Marco Morelli, il quale ha fatto capire che i tempi per l’approvazione del piano industriale di Monte dei Paschi dipendono più dalla Banca centrale europea e dalla Commissione Ue che non da Rocca Salimbeni. Il problema è che “Bce vuole il massimo capitale possibile, Commissione europea il minimo perché si tratta di risorse pubbliche”. Ferrando ricorda poi che Carige ha presentato il suo piano in settimana, un po’ sulla falsariga di quello di Unicredit. Tuttavia, “qui i soldi ce li deve mettere anzitutto l’azionista di maggioranza, la famiglia Malacalza, e quindi l’aumento non supererà i 450 milioni”. E a proposito di Unicredit, anche Monte dei Paschi sembra intenzionata a seguire la banca di piazza Gae Aulenti nella parte riguardante la cessione dei crediti deteriorati. Ma pare che anche qui ci sia uno stallo proprio perché non è chiara l’entità dell’aumento di capitale che si andrebbe a realizzare, vista la situazione di “discordanza” di pareri tra le istituzioni europee. Intanto, ricorda ancora Ferrando, si torna a parlare di Deutsche Bank, perché la banca tedesca starebbe preparando un aumento di capitale da 8 miliardi di euro. Una cifra simile a quella ipotizzata per Mps, anche se nel caso tedesco si parla di una banca globale. A chi sembra che le cose vadano bene è Intesa Sanpaolo, le cui quotazioni in Borsa stanno tornando ai livelli precedenti l’annuncio di un interesse per Generali. Anche Unicredit, dopo il successo dell’aumento di capitale da 13 miliardi, non se la passa male. Ma sarà interessante capire chi sono i nuovi azionisti di maggioranza della banca.