“La Commissione europea sta lavorando in modo costruttivo con le autorità italiane sul piano di ristrutturazione di Montepaschi”. Sono queste le parole di una portavoce dell’Antitrust Ue riportate da Radiocor, che mostrano quindi che il lavoro sul piano industriale di Mps sta andando avanti, con tutte le parti interessate in stretto contratto da loro, in particolare Roma e Bruxelles. Ovviamente un compito importante lo ha anche l’autorità di vigilanza che fa capo alla Bce, mentre un ruolo sostanzialmente più marginale, ma formalmente importante ce l’ha Rocca Salimbeni, dato che spetta a Siena presentare il documento che poi le istituzioni dovranno analizzare ed eventualmente approvare.
Il Governo sembra impegnato sul fronte bancario non solo per quel che riguarda Mps, Veneto Banca e Popolari di Vicenza. Secondo quanto riporta Milano Finanza, infatti, il Governo potrebbe includere il settore finanziario tra quelli protetti dalla golden power, la norma che ha sostituto nel 2012 la golden share. In questo modo il settore bancario rientrerebbe tra quelli strategici e gli istituti di credito diventerebbero difficilmente più scalabili dall’estero. Resta da capire se un eventuale intervento di questo tipo verrebbe giudicato in maniera negativa dalla Commissione europea, di fatto già impegnata a valutare in questo momento la situazione di Montepaschi in attesa di vagliare il piano industriale che Rocca Salimbeni presenterà.
Mps lavora alla messa a punto del piano per dare il via alla ricapitalizzazione che coinvolgerà anche lo Stato. Secondo quanto scrive Milano Finanza, un’altra banca si prepara però a un aumento di capitale. Si tratta di Ubi Banca, che potrebbe cercare sul mercato 400 milioni di euro nel mese di giugno. Secondo il quotidiano finanziario, domani dovrebbe essere pubblicata la convocazione per l’assemblea dei soci del 7 aprile in cui approvare l’aumento, oltre che il bilancio 2016, chiuso con una perdita di 830 milioni di euro e proventi in crescita a 3,1 miliardi. Ubi Banca ha da poco inglobato tre delle quattro banche salvate alla fine del 2015: Banca Etruria, Banca Marche e CariChieti.
Il salvataggio Monte dei Paschi di Siena avrà un’importanza notevole per il sistema bancario italiano. Il quale deve però fare i conti anche con un eccesso di regolamentazione. Antonio Patuelli evidenzia che solamente nel 2016 sono state emanate 1.247 nuove fonti normative a carico di banche e assicurazioni. Il Presidente dell’Associazione bancaria italiana è sceso anche nel dettaglio, spiegando che 305 norme riguardano la gestione dei rischi e la vigilanza prudenziale, mentre 273 sono quelle riguardanti finanza e mercati. Le novità giuridiche su antiterrorismo e antiriciclaggio sono state 123, mentre 80 quelle in tema di credito, una in più del “comparto” affari fiscali. Proseguendo nell’elenco, si trovano 56 norme sulle segnalazioni, 50 sul diritto del lavoro, 7 sulla reportistica finanziaria, 32 sugli intermediari assicurativi, 28 sui conflitti di interesse, 25 sulle gestioni collettive, 18 sulla privacy, 17 sul governo societario, 14 sulla trasparenza e la tutela del cliente, 14 sulle questioni strettamente legali, 13 sui servizi e sistemi di pagamento, 10 sui sistemi informativi e tecnologici, 8 sulle discipline delle società quotate. Vi sono poi 46 norme su materie varie, senza dimenticare le novità sui fondi pensione, sulla gestione dei registri e dei reclami assicurativi, sulle responsabilità civili delle auto, sui sistemi di remunerazione e incentivazioni per la sicurezza sul lavoro. Patuelli segnala che a fronte di tutte queste novità vi sono poche abrogazioni e, soprattutto, semplificazioni. Quindi continua ad accumularsi una quantità di normativa che rende complessa la vita delle banche. Patuelli chiede quindi una svolta che parta dalle istituzioni europee, visto che da loro dipende il coordinamento in ambito bancario.
Luigi Zingales critica la politica che il Governo Renzi ha seguito riguardo le banche, ma interviene anche sulla situazione attuale di Monte dei Paschi di Siena, spiegando che se la Commissione europea sta tenendo in “stand by” il suo via libera al piano industriale “è perché vuole evitare che i soldi pubblici siano sprecati, per esempio rimborsando chi non ha nessun titolo per essere risarcito, come gli hedge fund che hanno comprato i subordinati di Mps nell’ultimo anno. Di questo intervento dovremmo essere grati alla Commissione”. Zingales ricorda poi che se i 20 miliardi stanziati con il decreto salva-risparmio non saranno sufficienti a mettere in sicurezza il sistema bancario, l’Italia potrà sempre ricorrere al fondo Esm come ha fatto la Spagna 5 anni fa.
Un problema ingente per Monte dei Paschi di Siena che non sembra ancora essere stato risolto dal board di Monte dei Paschi: un problema forse più politico, segnala il Sole 24 Ore nei giorni scorsi. «Le risorse pubbliche, pari ad almeno 6,6 miliardi, non potranno essere utilizzate per coprire le perdite derivanti dalla svalutazione delle sofferenze», riportano i colleghi del quotidiano economico a fronte del problemi riguardanti i Npl (Non performing loans) e la loro dismissione. Il piano di stesura allo stesso salvataggio della Banca di Siena ha avuto complicazioni proprio per questo problema; la disciplina europea sugli aiuti di Stato, ha ricordato Bruxelles nelle prime interlocuzioni informali dei giorni scorsi, prevede che le risorse pubbliche non possano essere utilizzate per coprire perdite già registrate o prevedibili. In sostanza, Monte dei Paschi di Siena non potrà usare i soldi dello stato per coprire tutte le svalutazioni sui vari crediti deteriorati, da oltre 28 miliardi di euro ma dovrà solamente utilizzare il proprio capitale oppure i miliardi derivanti dalla conversione dei bond subordinati