Il Ddl povertà ha ricevuto il via libera definitivo dal Senato con 138 sì: la misura prevede il reddito di inclusione. Il provvedimento era stato approvato in Commissione Lavoro a Palazzo Madama, senza modifiche rispetto al testo che aveva incassato il via libera della Camera, il 14 luglio scorso. Il Ddl povertà è una norma con la quale sarà fatto partire il Piano nazionale contro la povertà: quest’anno, come riporta l’agenzia di stampa Agi, conterà su “una dote di 1,6 miliardi che diventeranno strutturali e pari a 1,8 miliardi dal 2018”. Si tratta della prima misura nazionale di sostegno economico destinato al 24,5% delle famiglie che risultano al di sotto della soglia di povertà. Dopo il via libera da parte del Senato, un decreto attuativo dovrà stabilire sia la soglia che darà diritto a questo sostegno che le modalità di erogazione. Tra gli obiettivi del Ddl povertà ci sono il riordino delle misure per l’assistenza agli indigenti e l’introduzione del reddito di inclusione per sostenere le famiglie in povertà assoluta. Il ministro del Lavoro, Giuliano Poletti, ha spiegato che il sostegno riguarderà circa 400mila famiglie con minori a carico, cioè 1 milione e 770mila cittadini.
Il reddito di inclusione (Rei) è uno degli ambiti del Ddl povertà. Il Rei sostituirà il Sia (sostegno per l’inclusione attiva sotto forma di carta prepagata) è sarà uno strumento che verrà caratterizzato come livello essenziale di prestazione. Il reddito di inclusione sarà unico a livello nazionale: sarà suddiviso in un beneficio economico e in servizi alla persona. Per la parte economica ci sarà un limite di durata, con possibilità di rinnovo, in seguito alla verifica del persistere dei requisiti. Alla fine di quest’anno il Rei dovrebbe essere assegnato a 400mila famiglie per un massimo di 400 euro al mese. Al momento non si conoscono le modalità di erogazione, che dovranno essere stabilite dal decreto attuativo, cioè se il reddito di inclusione sarà erogato sotto forma di carta prepagata o in altre modalità. Sarà data priorità alle famiglie con bambini in povertà assoluta e per accedere al Rei servirà un Isee non superiore ai 3mila euro e l’adesione del capofamiglia a un progetto personalizzato di inclusione sociale e lavorativa predisposta dall’ente locale. Il Ddl povertà prevede inoltre la razionalizzazione di altre prestazioni assistenziali e il rafforzamento del coordinamento degli interventi in materia di servizi sociali.