Mps, insieme a tutto il settore bancario, potrebbe essere oggetto di una modifica della golden power, la legge che ha sostituito la golden rule per far sì che lo Stato possa limitare il passaggio di aziende ritenute strategiche in mani estere. Il ministro Carlo Calenda, secondo quanto riporta Milano Finanza, sarebbe però pronto a un altro passaggio epocale, che riguarderebbe tutte le società quotate: una norma per far sì che quando viene superata la soglia del 5% nell’acquisizione di un’azienda si comunichi alla Consob quali sono le proprie intenzioni, così da evitare possibili scalate ostili. Calenda vorrebbe far sì che fosse una norma non limitata ad alcuni settori, ma valevole per tutti.
Arrivano notizie che possono essere importanti per Mps dall’Europa. Il commissario alla Concorrenza Margrethe Vestager ha infatti confermato, come era emerso da alcune indiscrezioni di stampa, di aver ricevuto dall’autorità di vigilanza unica bancaria che fa capo alla Bce le risposte ad alcune domande poste. Ha poi smentito che ci sia stato una sorta di conflitto tra Commissione ed Eurotower, spiegando che ora ci sono delle importanti base, grazie alle risposte fornite da Francoforte, perché a Bruxelles si possa proseguire il lavoro cominciato sulla banca toscana. Si sa comunque che la Commissione vuole andarci molto cauta e non prendere decisioni affrettate, in quanto Montepaschi costituirà una sorta di precedente anche per le altre banche europee che dovessero trovarsi in difficoltà in futuro, chiedendo l’intervento dello Stato.
Oggi si riunisce il Consiglio di amministrazione di Mps e, anche se la banca toscana aspetta nuovi segnali dalle istituzioni europee, sembra che sia pronta a dare il via all’asta per la cessione dei crediti deteriorati. Milano Finanza scrive infatti che gli advisor Mediobanca e Lazard sono pronti a invitare alcuni investitori alla procedura. Vengono fatti i nomi di alcuni fondi specializzati come Cerberus, Pimco, Apollo e Fortress, ma sembra che anche altri soggetti possano prendere parte a quest’asta, anche perché in una prima fase le offerte presentate non avranno carattere vincolante. Anche per questo c’è un certo interesse ad accelerare i tempi, dato che l’asta dovrà per forza avvenire almeno in due fasi.
Secondo quanto riportato dalla stampa, la Commissione europea ha voluto approfondire la richiesta arrivata a Monte dei Paschi di Siena da parte della vigilanza bancaria in capo alla Bce di portare l’aumento di capitale da 5 a 8,8 miliardi di euro. In particolare, Bruxelles avrebbe chiesto anzitutto indicazioni sulla capacità della banca di essere solvibile in prospettiva, insieme alle spiegazioni dettagliate su come si è arrivate a determinare la cifra richiesta. Infine, sarebbero state domandate stime su perdite in corso e attese della banca toscana. A quanto scrive il quotidiano di Confindustria, da Francoforte avrebbero già inviato la loro risposta e ora Bruxelles avrebbe deciso di porre delle condizioni per autorizzare l’intervento pubblico in Monte dei Paschi di Siena. Non vi sono riportati dettagli in merito, ma si spera che la situazione possa presto sbloccarsi, anche perché Rocca Salimbeni non può avere modo di mettere bene a punto la cessione dei crediti deteriorati se non conosce bene quali “paletti” verrano posti, considerato che le risorse pubbliche non possono essere usate per coprire perdite certe e prevedibili derivanti dalla rettifiche sui crediti. A questo proposito non bisogna poi dimenticare che l’ispezione sul portafoglio crediti da parte della Bce potrebbe determinare una richiesta di allargamento del perimetro delle posizioni da considerare in sofferenza, con conseguente necessità di ulteriori risorse per far fronte alle svalutazioni. Di certo di questi temi si dovrebbe parlare nel Consiglio di amministrazione di Monte dei Paschi di Siena in programma oggi. Staremo a vedere se emergeranno dettagli in merito.
Con una lettera a Il Sole 24 Ore, Francesco Boccia ha voluto commentare l’intervento di Matteo Renzi sullo stesso quotidiano il giorno precedente. In conclusione, il Presidente della commissione Bilancio spende parole su Mps: “Sarebbe opportuno aprire come dice Renzi il dossier degli ultimi vent’anni e forse ci aiuterà la commissione d’inchiesta. Quello però che possiamo già dire oggi è che l’epilogo non è stato certo caratterizzato da quella parola con cui Renzi chiude il suo intervento sul Sole: trasparenza. Sì, perché ancora oggi molti di noi non hanno capito quale ruolo abbia svolto Jp Morgan nel cambio dei vertici di Monte dei Paschi di Siena. L’unica certezza è che alla fine questa storia i 20 miliardi necessari a tenere in sicurezza il sistema li hanno messi gli italiani facendo maggior debito con l’intervento inevitabile e necessario fatto dal Governo Gentiloni dopo i mille giorni di Renzi”.
Le parole scritte da Matteo Renzi su Il Sole 24 Ore di ieri a proposito di una commissione d’inchiesta parlamentare su Mps e le altre banche in situazioni critiche hanno provocato alcune reazioni. Renato Brunetta, capogruppo di Forza Italia alla Camera, parla di “annuncio assurdo”, visto che “da quasi 15 mesi è proprio lui con il Pd a bloccarne l’istituzione”. L’ex viceministro dell’Economia, Enrico Zanetti, Segretario di Scelta civica, ha detto che “abbiamo perso un anno per le titubanze di troppi, ma fa bene Renzi a rilanciare la commissione. Ora però la si approvi in fretta”. Mauro Marino, primo firmatario della proposta di legge sulla commissione, ha intanto ricordato che già c’è un’indagine conoscitiva realizzata dal Senato.