Il cda di Widiba, la banca online del gruppo Mps, si è riunito e ha confermato Andrea Cardamone nella carica di amministratore delegato della società per il prossimo triennio, mentre Marco Morelli è stato nominato Presidente. Del nuovo Consiglio faranno parte anche Riccardo Quagliana, che ha la carica di vice Presidente, Paola Demartini, Ilaria Dalla Riva, Francesco Mele e Alessandra Stabilini. Si è scelto quindi di avere tre consiglieri di sesso femminile su sette “per una adeguata rappresentanza di sensibilità e capacità manageriali di entrambi i generi”, si legge in una nota. Due consiglieri sono inoltre indipendenti, per avere “un giudizio all’interno del board arricchito da una visione terza”.
Domani si riunirà l’assemblea dei soci di Mps e la trattativa tra il Tesoro e le istituzioni europee per dare il via libera al piano industriale della banca, e conseguentemente alla ricapitalizzazione precauzionale, sarebbero concentrate ormai sui crediti deteriorati. Lo scrive Il Sole 24 Ore, segnalando che sta tornando in auge l’ipotesi che per la dismissione dei 29 miliardi di euro di sofferenze, la banca toscana possa far ricorso alla cartolarizzazione. Questo perché si potrebbe riuscire a delineare l’impatto sul bilancio prima delle dismissioni. Secondo il quotidiano di Confindustria, Montepaschi avrebbe già scelto Mediobanca come advisor per le operazioni sugli Npl e non è escluso che possa esserci anche un intervento di Jp Morgan.
La morte di David Rossi sta diventando ormai un caso che si è legato alle vicende di Mps, dato che l’uomo è precipitato dalla finestra del suo ufficio di Rocca Salimbeni. Ferdinando Imposimato chiede che vengano effettuate ulteriori verifiche, anche con indagini di parte, per riuscire ad arrivare alla verità. È stata infatti chiesta l’archiviazione, ritenendo che Rossi si sia tolto la vita: ipotesi che non ha mai convinto i familiari dell’ex responsabile comunicazione di Mps. Il Presidente onorario aggiunto della Suprema Corte di Cassazione, secondo quanto riporta Il Corriere di Siena, ha anche dato la propria disponibilità a collaborare e si è detto desideroso di poter ascoltare la testimonianza della moglie dell’uomo.
L’Avanti ha deciso di pubblicare l’elenco degli istituti di credito segnalati alla “Centrale banche di rischio” di Interessi comuni, una sorta di elenco simile a quello che le stesse banche stilano per “proteggersi” dai debitori poco affidabili, la cui funzione dovrebbe essere quella di segnalare ai risparmiatori di quale banche potersi fidare o meno. “Di seguito l’elenco degli istituti di credito segnalati alla ‘Centrale Banche di Rischio’ di Interessi Comuni, già evidenziati anche dal noto quotidiano Financial Times, come le 8 banche italiane a rischio: Monte dei Paschi di Siena; Popolare di Vicenza; Veneto Banca; Carige; Banca Etruria; CariChieti; Banca delle Marche; Cariferrara”, si legge sul sito del quotidiano socialista.
Lorenzo Bini Smaghi ha parlato del caso del Monte dei Paschi di Siena, che ha cambiato definitivamente i rapporti tra la politica e gli istituti di credito. «Ha messo in evidenza che la politica deve stare lontana dalle banche e che le banche devono lavorare lontane dalla politica. Questa è la lezione più importante da trarre», ha dichiarato il presidente di ChiantiBanca e di Société Generale, già membro del board della Banca Centrale Europea. Nell’intervista al Corriere Fiorentino ha poi fornito la sua ricetta per risolvere il problema delle sofferenze bancarie. Bisogna partire dalla trasparenza, poi si deve «erogare credito non sulla base di conoscenze personali o amicizie ma sulla base di criteri oggettivi e di conoscenza del territorio». Inoltre, il risparmio dei cittadini va gestito con maggiore attenzione: servono rispetto e rigore. In questo modo si può rendere più sano il sistema bancario, oltre che al servizio dell’economia e del territorio.
L’Associazione Buongoverno Monte dei Paschi di Siena, in vista dell’assemblea dei soci di Rocca Salimbeni in programma mercoledì, ha fatto affiggere diversi manifesti a Siena con un titolo piuttosto singolare: “È finita una favola centenaria. Ha vinto il lupo cattivo”. Secondo quanto riporta Toscanatv.com, nel manifesto si evidenzia come un tempo Montepaschi fosse una banca che faceva invidia al mondo, “poi sono arrivati i lupi”. “Ringraziamo chi ha contribuito a questo risultato: i vertici della banca e della Fondazione, gli Organi di vigilanza, il sistema politico locale e nazionale, l’indifferenza e la passività di chi ha preferito nascondere la testa sotto la sabbia, nonostante i nostri ripetuti richiami alla realtà”, si legge ancora nel manifesto, che affida poi alla storia e alla magistratura l’augurio di fare giustizia su questa vicenda.