Come noto, le azioni di Mps sono sospese dalle contrattazioni in Borsa da fine dicembre. Marco Morelli, nel corso dell’assemblea dei soci di Montepaschi, ha spiegato che “azioni e obbligazioni verranno riammesse in Borsa nel momento in cui c’è piena trasparenza e con la conclusione del processo autorizzativo da parte della Commissione Ue”. Ancora dunque è difficile fare ipotesi su quando potranno riprendere le negoziazioni delle azioni, che inevitabilmente subiranno delle perdite. Nelle scorse settimane, invece, era emersa l’ipotesi che, per evitare speculazioni, la sospensione potesse prorogarsi almeno fino al completamento dell’operazione sugli Npl. Secondo quanto riporta Mf-Dow Jones, l’amministratore delegato di Mps ha comunque detto che non gli risulta ci sia sul tavolo un’ipotesi di delisting del titolo.



Nei mesi scorsi si è parlato tanto dei principali debitori di Mps, che con il loro mancato rimborso dei prestiti ricevuti hanno contribuito ad aggravare la situazione della banca toscana. Marco Morelli, durante l’assemblea degli azionisti, ha spiegato di aver voluto far svolgere “un’analisi interna sulle posizioni più rilevanti ed è emerso che le sofferenze relative ai primi 100 prenditori pesano per il 3,5% del totale dello stock dei crediti deteriorati”. Sugli Npl più in generale, l’amministratore delegato ha spiegato che il 75% è stato erogato e gestito dalla rete territoriale della banca che i crediti deteriorati sono equamente divisi tra Nord, Centro e Sud Italia, dunque non c’è un area geografica in cui sono prevalenti. Inoltre, Morelli ha spiegato che l’importo medio di tale prestiti è inferiore ai 200.000 euro.



All’assemblea dei soci di Mps di ieri ha partecipato anche Bruno Valentini, che ha poi scritto un post su Facebook, per evidenziare come l’ingresso dello Stato riporti serenità alla banca. “Solo lo straordinario valore della rete dei dipendenti ha salvato Mps. Siena chiede stabilità, mantenimento della Direzione e nessun licenziamento”, scrive il Sindaco della città, evidenziando quanto sia importante, oltre al ritorno all’utile, anche “inchiodare alle responsabilità i protagonisti della crisi Mps, compresi quelli esterni che non hanno saputo o voluto vigilare”. Per Valentini, dopo l’estate può esserci davvero un nuovo inizio per Montepaschi, tuttavia “i posti di lavoro e i tanti soldi persi, come quelli degli azionisti, gridano vendetta e qualcuno dovrà pagare”.



Non arrivano smentite sulle indiscrezioni, che anzi vengono rilanciate, riguardo la richiesta della Commissione europea di aumentare i tagli al personale di Mps. Marco Morelli, durante l’assemblea di ieri, ha ammesso che l’entità degli esuberi “è uno dei temi in discussione” con Bruxelles. Secondo Il Messaggero, poi, la Commissione non solo vedrebbe di buon occhio un aumento degli esuberi nella banca toscana, ma sarebbe pronta a chiedere qualcosa di analogo a Banca Popolare di Vicenza e Veneto Banca. Il piano di fusione tra le due banche venete prevede già circa 3.500 esuberi, ma potrebbe giungere la richiesta di aumentare questo dato per dare il via libera alla ricapitalizzazione precauzionale, che appare indispensabile per evitare il fallimento dei due istituti di credito.

Oggi è in programma l’assemblea dei soci di Monte dei Paschi di Siena e riuscirà a essere presente anche l’associazione “vittime del salva banche”. Lo ha detto la portavoce Letizia Giorgianni, spiegando che ciò sarà reso possibile “grazie agli amici dell’Associazione del Buongoverno di Siena”. In una nota ha evidenziato come stia crescendo il timore che gli obbligazionisti siano costretti a un grosso sacrificio per rendere possibile la ricapitalizzazione precauzionale della banca toscana. Infatti, nonostante le rassicurazioni di un intervento pubblico che hanno fatto tirare un sospiro di sollievo a molti, sembra che la Commissione europea voglia chiedere criteri più stringenti sui rimborsi ai risparmiatori. “La coperta si farebbe sicuramente più stretta, e siamo sicuri che basti per gli obbligazionisti subordinati?”, si chiede Giorgianni. Tali timori non sono certo infondati. Intanto l’Associazione Buongoverno Mps ha fatto sapere di aver raccolto deleghe per circa 3.500 azioni, pari a poco più dello 0,01% del capitale. Questo, ha spiegato Sergio Burrini perché “le lunghe e contraddittorie vicissitudini della banca non hanno certo incoraggiato una maggiore partecipazione. Stiamo preparando degli interventi e parleremo con il cuore”. Dunque l’appuntamento societario di oggi sarà molto importante, non solo per i vertici di Mps, ma anche per i piccoli azionisti che potranno far sentire la loro voce. Per loro, del resto, la ricapitalizzazione comporterà un perdita del valore dei loro titoli non indifferente.