Soddisfatto Paolo Gentiloni per l’approvazione del Parlamento del Reddito di Inclusione: «Un impegno per la dignità», il commento del presidente del Consiglio su Twitter. Sono stati stanziati due miliardi di euro per il “Fondo per la lotta alla povertà”, ma non tutti finanzieranno i sussidi in questione: una parte sarà destinata al finanziamento di servizi territoriali legati al Reddito di Inclusione. Il ministero del Lavoro così informerà le persone sul sussidio, organizzerà le procedure di accesso per chi na ha diritto e i percorsi di inserimento sociale. La quota in questione non sarà inferiore al 15% del Fondo. Prevista anche una struttura nazionale che aiuti le amministrazioni locali a introdurre il Reddito di Inclusione, ma non è stata ancora individuata. Il REI è destinato ad aiutare circa 400mila famiglie, ne beneficeranno dunque 1,7 milioni di persone, ma si tratta di meno di un terzo di quelle che – secondo l’ISTAT – si trovano in povertà assoluta.



Il Primo Ministro Paolo Gentiloni ha firmato il Memorandum d’intesa con l’Alleanza contro la povertà che di fatto mette a disposizione di famiglie alle prese con una situazione economica e finanziaria piuttosto labile, un importante strumento di sostegno. Si tratta del reddito di cittadinanza conosciuto anche con il termine di reddito di inclusione e dovrebbe dar diritto a poco meno di 500 euro al mese. Tuttavia il Governo ha sottolineato come si stia mettendo in atto un meccanismo che possa dare un aiuto in determinate situazioni evitando però che possa rappresentare una forma di disincentivo verso la ricerca del lavoro. Uno strumento che vedrà uno stanziamento di 1,18 miliardi di euro per questo 2017 ma che è destinato ad essere parte integrante di un piano più ampio per combattere la stato di povertà. (aggiornamento di Francesca Pasquale)



Il Reddito di Inclusione comincia a prendere forma: il Parlamento lo ha approvato, quindi entro maggio dovranno essere scritti i decreti attuativi. Si tratta di un intervento contro la povertà, cioè di un sostegno di 485 euro a cui potranno aspirare anche le famiglie che possiedono piccole proprietà immobiliari, purché siano prive di reddito. Questo importo viene garantito anche dopo aver trovato lavoro, ma per qualche mese, in modo che non si smetta di cercarlo. Si sta pensando pure ad una misura per aiutare, con risorse finanziare certe, gli enti locali nell’organizzazione di servizi di formazione e collocamento. L’esecutivo ha firmato con l’Alleanza contro la povertà – l’associazione che si è battuta maggiormente per l’introduzione del Reddito di Inclusione – un memorandum con alcuni dei criteri che regoleranno questo sostegno al reddito. L’obiettivo è renderlo più efficace di altri strumenti contro la povertà attualmente in vigore, come il Sia, destinato a pochi dei 4,5 milioni di italiani indigenti.



Quali sono i criteri di accesso al Reddito di Inclusione? Per il Sia ci si basava sull’Isee, il cui tetto era molto basso (tremila euro). Ora, invece, verrà considerato anche il reddito disponibile delle famiglie con l’Isr, l’indicatore della situazione reddituale con un tetto fissato a tremila euro. Il limite dell’Isee verrà, invece, portato a seimila euro. In questo modo, come riportato da La Repubblica, verrà scattata una fotografia più fedele della situazione economica dei nuclei familiari, perché l’Isr indica con maggiore precisione quanto è effettivamente disponibile nelle casse delle famiglie. L’innalzamento dell’Isee, invece, permetterà di far accedere al Reddito di Inclusione anche le famiglie senza reddito che però posseggono piccole proprietà immobiliari. L’importo dell’assegno mensile varierà a seconda del reddito disponibile: aumenterà al crescere del gap tra la disponibilità delle famiglie e la soglie limite di tremila euro. Nel primo anno, però, questo sostegno non supererà i 485 euro al mese.