Attende ancora novità dalle istituzioni europee e, a quanto pare, un via libera al piano industriale potrebbe arrivare a maggio. La banca toscana dovrebbe salvarsi al 99%, ma qualcun altro potrebbe non farcela. Non tanto a causa di un fallimento, ma perché il suo destino sarebbe quello di essere inglobato da un’altra banca. È del resto lo scenario tratteggiato da Antonio Patuellic ha fatto una vera a propria “profezia” sul fatto che “entro la fine di quest’anno nel nostro Paese non resterà più di un centinaio tra istituti e gruppi bancari”. Il Presidente dell’Abi ha spiegato che si tratta di un processo ineludibile, che porterà e fusioni e incorporazioni. “Il percorso in questa direzione è già cominciato, ma nei prossimi mesi assisteremo a forti accelerazioni in questa direzione”. In effetti bisogna ricordare la fusione tra Bpm e Banco Popolare o il passaggio sotto Ubi Banca di ben tre delle quattro banche salvate alla fine del 2015.



Patuelli ha anche ricordato che la rivoluzione digitale sta portando alla chiusura di molte filiali, dato che moltissime operazioni oggi vengono compiute dai correntisti direttamente da casa tramite l’home banking o persino in mobilità con le app delle varie banche. Tuttavia il numero di sportelli resta ancora elevato in Italia: 50 ogni centomila abitanti contro una media europea di 40. Il numero uno dell’Abi ha anche voluto ribadire che il sistema bancario italiano è solido e che quindi “i risparmiatori possono stare tranquilli”.

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