Il nodo dei crediti in sofferenza sarà cruciale per il futuro di Mps. E anche per le altre banche italiane, visto che quello degli Npl è un problema che riguarda tutto il sistema bancario. Gli istituti di credito hanno in questo senso fornito dati importanti alla Banca d’Italia, visto che in questi giorni, come ricorda Milano Finanza, scade il termine dato alle banche per segnalare a palazzo Koch tutte le posizioni in sofferenza di importo superiore ai 100.000 euro. Una sorta di “censimento”  degli Npl, che verrà poi girato alla Bce, di modo che si possa lavorare meglio ai piani di dismissione dei crediti in sofferenza, anche perché alle banche è stato chiesto di indicare eventuali garanzie poste sui crediti e lo stato delle procedure di recupero.



Nomisma ha condotto uno studio sui risultati 2016 delle “blue chip” di Piazza Affari dove Mps e il sistema bancario italiano non ne escono benissimo. In generale, i ricavi delle 40 società italiane più importanti della Borsa hanno fatto registrare un calo del 5,6% rispetto all’anno precedente e i profitti sono persino scesi dell’85,2%. Ad andare male, oltre le società legate al petrolio, sono state le banche. Quelle quotate, infatti, hanno registrato perdite per 9,3 miliardi di euro e Mps ha fatto segnare un -18,2%. Ci sono state anche delle eccezioni come Intesa Sanpaolo e Fineco, che hanno invece incrementato gli utili. 



Dopo la bocciatura da parte dei lavoratori dell’accordo raggiunto tra azienda e sindacati, il futuro di Alitalia si fa incerto. E all’orizzonte si profila il commissariamento della compagnia aerea. Per gli azionisti, come pure per i dipendenti, non è certo una buona notizia. E tra coloro che in questi anni hanno investito in Alitalia val la pena di ricordare che c’è anche Mps. Insieme a Unicredit, Intesa Sanpaolo, Generali e altri istituti di credito ha infatti partecipato ai tentativi di risollevare le sorti dell’ex compagnia di bandiera. Per la banca toscana quindi un’altra perdita nel bilancio che c’è chi non perde occasione di far notare in queste ore, come quando si è parlato dei grandi nomi che hanno ricevuto prestiti da Montepaschi senza restituirli.



Quando arriverà il via libera al piano industriale di Monte dei Paschi di Siena da parte delle istituzioni europee, si saprà anche se la banca dovrà effettivamente aumentare il numero di esuberi come si era vociferato nelle scorse settimane. In questo senso Giulio Romani non nasconde che “continuare a pretendere riduzioni del personale, per esempio, in assenza di nuovi investimenti in riorganizzazione e tecnologia, resi impossibili dalle condizioni economiche di alcune banche, tra cui Monte dei Paschi di Siena, finisce solo col peggiorare la qualità del servizio offerto alla clientela e con l’incentivarne l’esodo verso altri istituti”. E questo non fa altro che peggiorare la situazione di una banca. Intervistato da finanzareport.it, il Segretario generale della First-Cisl ha spiegato che la strada per aumentare la redditività di una banca oggi deve passare da innovazioni di processo, con una rivisitazione dell’offerta, senza dimenticare la necessità di trovare una soluzione al problema degli Npl. 

Romani ha anche parlato di Banca Popolare di Vicenza e Veneto Banca, ricordando che il suo sindacato si era opposto alla fusione tra le due banche, poiché non avrebbe fatto altro che aggravare le loro difficoltà, anziché rappresentare un’occasione di rilancio. “Meglio sarebbe, a nostro avviso, avviare una gestione comune del credito deteriorato, onde evitare una fratricida concorrenza sul recupero crediti nei confronti degli stessi debitori”, ha aggiunto. Il sindacalista ha anche parlato dei contratti di settore, spiegando che al momento quello delle Bcc è bloccato a causa delle incertezze sull’applicazione della riforma.