Per risolvere la situazione di Alitalia, Augusto Fantozzi suggerisce di usare uno strumento già visto all’opera nel caso di Mps. L’ex commissario della compagnia aerea, intervistato dal Corriere della Sera, ha infatti ricordato che si potrebbe pensare a un’emissione di un’obbligazione convertibile da parte del Tesoro. Un po’ appunto come fatto con i Monti-bond utilizzati nel caso di Montepaschi. Se non venissero rimborsati, lo Stato diventerebbe proprietario di quote dell’azienda. Resta il fatto che la compagnia andrebbe indirizzata verso un percorso di risanamento credibile, altrimenti lo Stato si ritroverebbe poi azionista di una compagnia area priva di valore.
In un intervento sul suo blog sul sito del Sole 24 Ore, Marco Ferrando fa notare che dopo l’annunciato intervento in Mps e per le banche venete, lo Stato si prepara a effettuare un prestito ponte per Alitalia. Dal suo punto di vista è facile immaginare che ancora una volta nascerà una bad company in cui confluiranno debiti e asset meno importanti della compagnia aerea, come già accaduto in passato. Per questo, scherzosamente, fa notare che ogni italiano potrebbe presto togliersi lo sfizio di comprare un Airbus, piuttosto che uno sportello bancario, attraverso appunto la partecipazione temporanea dello Stato al capitale delle banche, o un sedile di una Frecciarossa, visto che anche le Ferrovie finiranno sul mercato. Al di là delle battute, Ferrando non può non notare che è elevato il rischio di svendite per alcune aziende italiane.
Ieri Francesco Caio ha partecipato per l’ultima volta all’assemblea degli azionisti di Poste Italiane in qualità di amministratore delegato e facendo il punto sull’andamento del titolo in Borsa ha citato anche Mps. Il manager ha infatti spiegato che le azioni di Poste hanno ottenuto una performance superiore del 30% all’andamento del mercato. Inoltre, ha ricordato che a fine 2015 il titolo aveva superato i 7 euro, mentre a fine 2016 è sceso fino a quota 5 euro, poiché sulla stampa si era ipotizzato un intervento della società a sostegno di Montepaschi. L’assemblea ha anche approvate le liste per il rinnovo del cda e Matteo Del Fante già oggi dovrebbe essere nominato amministratore delegato proprio al posto di Caio.
Mps continua ad attendere novità dalle istituzioni europee per quel che riguarda il via libera al piano industriale e alla ricapitalizzazione precauzionale. Dopodiché dovrà mettere in atto il piano di smaltimento dei crediti deteriorati. Su questo punto Unipol, secondo quanto ha spiegato Carlo Cimbri a margine dell’assemblea dei soci di UnipolSai, sta continuando a lavorare per arrivare allo scorporo societario di Unipol Banca e alla creazione di una bad bank. L’amministratore delegato del colosso assicurativo ha anche ricordato che l’obiettivo resta quello di far sì che la banca possa confluire in un altro gruppo, ma ancora non è stato deciso come procedere: tutto dipenderà dalle opportunità che si presenteranno in futuro.
Continua ad aspettare segnali dalle istituzioni europee per poter procedere alla ricapitalizzazione precauzionale necessaria a mettere in sicurezza in maniera più decisa i propri conti. Dopo il via libera della Banca centrale europea, che ha certificato la solvibilità di Monte dei Paschi di Siena, si attende ora il responso della Commissione europea, che deve garantire che non si possano configurare aiuti di stato nella quota di capitale che il Tesoro andrà ad acquistare. Tuttavia sembra che l’Eurotower sia ora intervenuta sul negoziato in corso ponendo delle condizioni sulla cartolarizzazione dei crediti in sofferenza, passaggio necessario per smaltire la mole di quasi 29 miliardi in Npl presente nel bilancio di Rocca Salimbeni. Lo scrive Il Messaggero, specificando che da Francoforte sarebbe arrivata la richiesta di non far sottoscrivere a Mps alcune tranche dei crediti cartolarizzati, perché altrimenti non ci sarebbe il deconsolidamento degli Npl. Inoltre, sembra che la vigilanza unica bancaria voglia un’offerta vincolante di qualche investitore.
La banca toscana starebbe quindi cercando di accontentare le richieste, mettendo a punto uno schema insieme ai suoi advisor, in cui dovrebbe tornare ad avere un ruolo anche il Fondo Atlante. Nel frattempo proseguono anche i contatti con i potenziali acquirenti, che a questo punto dovranno subire un’accelerata per far sì che arrivi l’offerta vincolante che la Bce vorrebbe. Non resta che attendere per vedere se ci saranno conferme circa queste condizioni poste da Francoforte, in attesa anche di capire se Bruxelles avrà da porne altre, per esempio riguardanti i tagli a organico e sportelli.