Le primarie del Partito democratico daranno finalmente un nome al nuovo Segretario. Secondo Matteo Renzi, dato per favorito alla vigilia, questo voto sancirà anche chi dovrà correre per palazzo Chigi. E non sono in pochi gli analisti e i commentatori che ritengono che l’ex Premier voglia tornare presto alle urne, prima della scadenza della legislatura, complice anche una Legge di bilancio che, se dovesse essere aumentata l’Iva, potrebbe penalizzare il Pd alle elezioni. Per Francesco Forte, però, il voto anticipato resta altamente improbabile. «Tutto dipende da quello che faranno le forze di Governo e la Comunità europea: abbiamo dei problemi enormi da risolvere, che hanno bisogno del consenso di Bruxelles», dice l’ex ministro delle Finanze.



A che cosa si riferisce?

Anzitutto alla Legge di bilancio e al rischio di una procedura di infrazione da parte dell’Ue. C’è inoltre la questione delle banche, con Mps, Banca Popolare di Vicenza e Veneto Banca per le quali si attende il via libera di Bruxelles per dare il via alla ricapitalizzazione precauzionale. Adesso poi è spuntata la grana di Alitalia da risolvere. Quindi, magari per qualcuno sarebbe desiderabile politicamente andare a votare adesso, ma è impossibile, perché l’Italia è in mezzo al guado. Non bisogna poi dimenticare un dettaglio.



Quale?

Renzi vincerà pure il congresso, ma le primarie rischiano di essere con scarsa affluenza, senza quindi una grande partecipazione degli elettori del Pd. In sostanza, potrebbe ritrovarsi a non governare pienamente il partito. E stiamo anche vedendo che nell’esecutivo i ministri si stanno sempre più “smarcando” dall’ex Premier: agiscono autonomamente. Oltre alle primarie, poi, il Pd avrà la prova delle amministrative. 

Il cui risultato non è affatto scontato…

Se dovesse essere ridimensionato, il fatto che il partito sia ancora renziano rappresenterà una stangata spaventosa per l’ex Premier. Se perderà alle amministrative, il Pd non avrà forza per dettare le decisioni del Governo che rimarrà comunque in carica. A quel punto Renzi non avrebbe interesse a cercare il voto anticipato. A premere per le elezioni sarebbero in sostanza il Movimento 5 Stelle e, forse, la Lega Nord.



Se le elezioni saranno la prossima primavera, la prossima Legge di bilancio potrebbe essere decisiva per spostare dei voti?

La manovra che ci ha chiesto l’Europa è assurda nella sua quantità. Se è vero che con la manovra correttiva appena approvata già si contribuisce a ridurre il rapporto deficit/Pil, che potrebbe beneficiare anche di una ripresa economica più alta del previsto, ciò che occorre non è assolutamente arrivare all’1,2%. Magari basterebbe arrivare all’1,5%, considerato che si parte dal 2,1%. 

Dunque tutto dipenderà dalla posizione che avrà l’Europa…

Io penso che il Fiscal compact verrà rivisto, anche perché Macron sembra destinato a vincere le elezioni e lui non sostiene affatto la tesi tedesca, ma vorrebbe, per esempio, avere un rapporto deficit/Pil del 3% per la Francia. Probabilmente, quindi, ci saranno delle concessioni per l’Italia, come ci sono state negli ultimi anni. Magari formalmente non cambierà nulla, ma si troveranno dei pretesti per dilazionare l’azzeramento del deficit italiano.

Se invece prevarrà la linea più rigida, che potrebbe portare all’aumento dell’Iva, il rischio è quello di far vincere il Movimento 5 Stelle?

Bisogna vedere come verrebbe fatta la manovra sull’Iva. Si potrebbe fare senza aumentare l’aliquota massima, rimodulando e rivendendo il sistema, magari anche diminuendo la tassazione diretta. Se dovesse prevalere una linea rigida e dovesse mancare una manovra intelligente sull’Iva, allora avremmo un arresto della crescita. E senza dubbio il “voto di protesta” avrebbe molto più spazio.

(Lorenzo Torrisi)