Continuano a rincorrersi le voci di una possibile richiesta di aumentare gli esuberi nelle banche italiane che hanno chiesto di accedere alla ricapitalizzazione precauzionale, ovvero Mps, Banca Popolare di Vicenza e Veneto Banca. Non a casa la Fabi ha già rivolto un appello ad Antonio Tajani, Presidente del Parlamento europeo, per invitarlo a vigilare sulla situazione, evitando che da Bruxelles arrivi effettivamente una richiesta del genere. Ora prende posizione anche la Uilca, spiegando che al momento attuale non partecipa al dibattito “licenziamenti sì o no”. “Primo perché nessun sindacato è a favore dei licenziamenti, a differenza di alcune affermazioni rilasciate alla stampa: una posizione del genere sarebbe contraria alla nostra missione e al nostro ruolo che è, al contrario, difendere e tutelare l’occupazione. In secondo luogo, perché prima vogliamo conoscere i piani industriali e le decisioni che prenderà Bruxelles”, ha detto il Segretario generale Massimo Masi. Il quale ha anche aggiunto, stando a quanto riporta Askanews, che solamente dopo aver conosciuto queste decisioni si potrà arrivare alla formulazione di proposte sindacali, che si spera possano essere unitaria. In questo senso Masi ha anche ricordato che uno dei problemi, resi evidenti dal caso della Banca Popolare di Vicenza, è che se manca unità tra i sindacati le situazioni critiche non possono che peggiorare, anziché migliorare.



Rispetto ai tempi in cui dovrebbe arrivare la decisione delle autorità europee, quando meno su Monte dei Paschi di Siena, maggio potrebbe essere il mese cruciale per far sì che da Bruxelles arrivi il “disco verde” alla ricapitalizzazione precauzionale. Si spera, a questo punto, senza la richiesta di un aumento dei tagli al personale e agli sportelli.

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