La prossima settimana dovrebbe vedere la luce il Def 2017, insieme alla manovra correttiva richiesta dall’Ue. Sembra tramontata l’ipotesi di un aumento dell’Iva, mentre si fa largo l’idea di tagliare le detrazioni fiscali, portandole dal 19% al 18%. Tra le varie voci interessate vi sono le spese sanitarie e quelle per l’istruzione, gli interessi sui mutui ipotecari e le assicurazioni sulla vita. Sembra poi che possano subire un ritocco all’insù le accise sui tabacchi. Nel frattempo si guarda già alla Legge di bilancio, dove potrebbe arrivare un taglio del cuneo fiscale. Abbiamo fatto il punto su queste manovre fiscali con Francesco Forte, ex ministro delle Finanze.



Professore, partiamo dall’idea di rivedere le detrazioni fiscali. Cosa ne pensa?

Considerando tutte le voci di detrazioni e deduzioni che non riguardano solo le imposte personali sul reddito, si raggiunge una cifra superiore ai 200 miliardi di euro. Tra questi benefici ce ne sono sicuramente alcuni che rappresentano rendite, perché sono stati concessi nel tempo con un dirigismo particolaristico per volere della sinistra. Io stesso, quando ero Presidente della commissione Finanze del Senato, mi ero opposto all’approvazione di alcune. Dunque una revisione non può che essere opportuna, tuttavia occorre fare attenzione.



A che cosa?

Se si abolissero certe deduzioni o detrazioni per i redditi bassi, si creerebbe un’ingiustizia sociale, mentre un taglio sopra una certa soglia sarebbe accettabile solo in cambio di una diminuzione dell’aliquota progressiva sui redditi. 

Nelle ipotesi di questi giorni non sembra esserci una differenziazione in base al reddito.

Se si passa dal 19% al 18% tout court è chiaro che siamo di fronte a un trucco. Ovvero a un taglio lineare, che non risolve il problema della giustizia sociale. Del resto scegliere quali tagli operare tra le detrazioni è un lavoro che va fatto con cura. Se invece si fa all’ultimo minuto, prima di varare una manovra correttiva, il rischio di fare tagli lineari è inevitabile.



E degli interventi sulle accise, cosa ne pensa?

Si tratta di un’imposta sulla quantità, non sul valore. Dunque potrebbe essere giusto aggiornarle in base all’andamento del costo della vita, salvo forse che per i beni energetici, come la benzina, perché oltre una certa soglia sarebbe come applicare un tributo privo di capacità contributiva. Invece per il tabacco, gli alcolici e il gioco, la rivalutazione monetaria delle accise avrebbe una sua logica.

Intanto si guarda già alla Legge di bilancio di autunno, con l’ipotesi di tagliare il cuneo fiscale…

Questi sgravi che stanno sostenendo Renzi e la Confindustria, servono a quest’ultima per facilitare il rinnovo dei contratti di lavoro. Quindi, è un trucco fiscale da respingere. Il cuneo fiscale non si modifica così. Si modifica solo se i contributi sociali sono in equilibrio con le pensioni. Siccome non lo sono, il rischio è di andare a creare un altro sussidio fiscale, come quelli che adesso si vogliono tagliare. Dobbiamo creare nuovo lavoro o far emergere il sommerso e credo che la strada per farlo sia quella della Legge Biagi, con aliquote più basse, che però danno un gettito, appunto perché fanno emergere un lavoro sommerso o ne creano di nuovo.

Si parla anche di una riforma del catasto.

Qui vedo due problemi. Il primo è che una riforma così importante forse non dovrebbe essere fatta da un Governo che non si capisce bene da quale maggioranza sia sostenuto. Inoltre, siccome si dice che sarà a invarianza di gettito, mi domando: perché la si vuol fare in un periodo in cui altre riforme sarebbero più importanti? La risposta che trovo è semplice: in realtà è una trappola per far sì che i comuni abbiano maggior gettito. Dunque sarebbe una riforma dannosa e forse fatta anche senza i giusti criteri.

(Lorenzo Torrisi)