Uno degli snodi importanti per il futuro di Mps riguarda la gestione dei crediti in sofferenza. E Fitch ha pubblicato un report che fa emergere come le nuove norme della Bce in tema di Npl rischino di mettere in difficoltà le banche europee più deboli. L’agenzia di rating ha analizzato i dati dell’Eba arrivando a notare che ben 35 sulle 125 banche “significative” europee presentano livelli di Npl doppi rispetto ala media, in particolare in Grecia, Irlanda, Italia, Portogallo e Spagna. I Piigs, dunque, tornano a essere l’anello debole dell’Eurozona, in questo caso a livello bancario. Secondo Fitch, la risoluzione di una o più banche potrebbe essere anche salutare per il resto del sistema. In Italia, però, fa notare l’agenzia di rating, ci sono molti obbligazionisti retail e quindi sarebbe difficile imporre loro delle perdite.



L’Associazione bancaria italiana replica al report di Fitch riguardante le linee guida della Bce sugli Npl, che interessano ovviamente anche Mps. Giovanni Sabatini ha infatti dichiarato che il documento dell’Eurotower contribuisce a fare chiarezza e non aggiunge “pressione sulle banche che sono pienamente consapevoli della necessità di affrontare con strategie differenziate il problema”. Il Direttore generale dell’Abi ha aggiunto che le linee guida fanno chiarezza su due punti. Il primo è che non è necessario cedere forzatamente i crediti deteriorati per ridurli, ma può essere anche importante lavorare sulla gestione interna. In secondo luogo, “la strategia, se credibile e supportata da una adeguata governance e adeguate procedure, richiede del tempo per essere attuata”.



Dopo le dichiarazioni di Margrethe Vestager su Mps, Banca Popolare di Vicenza e Veneto Banca, fonti del Ministero dell’Economia e delle Finanze hanno fatto filtrare alle agenzie di stampa il fatto che tra le istituzioni europee e quelle italiane continua a esserci uno scambio di informazioni relativo alle tre banche che hanno fatto richiesta di accesso alla ricapitalizzazione precauzionale e che i lavori si stanno svolgendo in un clima di efficace cooperazione. La commissaria europea alla Concorrenza aveva comunque detto di non poter indicare un termine entro cui, nel caso di Montepaschi, si potrà arrivare a una risposta definitiva riguardo il via libera al piano industriale. Il caso delle banche venete era stato invece giudicato diverso da quello di Rocca Salimbeni, soprattutto per la quota di mercato che esse rappresentano.



I pm Aldo Natalini e Antonino Nastasi hanno formulato la richiesta di rinvio a giudizio per 13 persone con l’accusa di associazione a delinquere transnazionale finalizzata alla truffa aggravata ai danni del patrimonio di Mps. Ieri si è infatti tenuta l’udienza preliminare al Tribunale di Siena nell’ambito dell’inchiesta sulla cosiddetta “banda del 5%”. Tra gli accusati anche l’ex capo area finanza di Montepaschi, Gianluca Baldassarri, insieme ad altri funzionari della banca e broker internazionali. Il Gup Alessandro Buccino Grimaldi ha accolto la richiesta di costituzione di parte civile da parte di Mps. Il 24 aprile e l’8 maggio si terranno altre udienze in cui i legali degli indagati potranno presentare le loro controdeduzioni difensive.

Si continua ad attendere qualche novità dalle istituzioni europee riguardo il piano di Monte dei Paschi di Siena per dare così via libera alla ricapitalizzazione precauzionale. Secondo quanto dichiarato da Roberto Garofalo, la verifica della Commissione europea sul piano industriale della banca toscana “è in stato avanzato”. Il capo di Gabinetto del ministero dell’Economia non ha potuto confermare che l’intervento pubblico sarà di 6,6 miliardi di euro, perché ancora la cifra non è stata fissata, tuttavia ha spiegato che i 20 miliardi di euro che sono stati stanziati con il decreto salva-risparmio dovrebbero bastare per far fronte a tute le situazioni bancarie critiche nel Paese. “Direi che c’è abbastanza margine sia per gli interventi precauzionali, sia per misure minori quale la garanzia sulla liquidità”, ha detto, ricordando che è stata presentata richiesta di intervento anche da Banca Popolare di Vicenza e Veneto Banca. Garofalo ha anche spiegato che l’Italia sta sperimentando per prima le regole relative alla ricapitalizzazione precauzionale inserita nella normativa sul bail-in e che dunque “la nostra sarà una casistica destinata a fare giurisprudenza. Tutto questo avviene come sapete in un momento non semplice per il sistema italiano in cui la principale vulnerabilità è il problema degli Npl, principalmente frutto di una crisi devastante che ha sottratto al Paese il 25% di produzione industriale e il 9% di Pil”. A proposito degli Npl, ha voluto ricordare che se le condizioni macroeconomiche fossero più favorevoli, il loro livello sarebbe il 5% e non il 10,4% dei prestiti complessivi, secondo quanto dichiarato dalla Banca d’Italia.