La situazione della banca Monte dei Paschi di Siena è senza dubbio complessa ma da quanto emerge dalle parole dette dall’ex amministratore delegato Fabrizio Viola attuale numero uno della Banca Popolare di Vicenza, non sembra essere la peggiore nel panorama creditizio italiano. Viola, intervenuto nel corso della trasmissione radiofonica Focus Economia in onda sulle frequenze di Radio 24, ha fatto presente che l’attuale status della Popolare di Vicenza appare più difficile di quello della Monte dei Paschi di Siena: “Dal punto di vista del rapporto con i clienti direi che l’apporto di Mussari sia migliore di quello di Zonin” aggiungendo che nella banca veneta “ci siamo trovati tutti a fronteggiare non solo una carenza di capitale di liquidità ma soprattutto una carenza reputazionale fortissima. Al Monte dei Paschi, anche la precedente gestione non mi risulta che abbia fatto dei danni reputazionale, a parte l’andamento molto negativo del titolo. Ma non c’è traccia delle cose che sono state fatte a Vicenza. Per dirlo in un battuta a Siena nessuno ha messo mai, nemmeno i precedenti gestori, le mani in tasca ai clienti, e quando i clienti sono usciti l’hanno fatto per paura, ma non per arrabbiatura”. (aggiornamento di Francesca Pasquale)
Il tema degli Npl è importante non solo per Monte dei Paschi di Siena, ma anche per le altre banche italiane ed europee. A quanto pare, però, non sarà possibile prendere una decisione a livello Ue sui crediti deteriorati prima della metà dell’anno, perché ancora le trattative tra i paesi membri sono in alto mare. Forse questo fine settimana a Malta si potrà arrivare a un accordo di massima in occasione del previsto Ecofin, tuttavia si parte già da una certezza: la bocciatura dell’ipotesi di una bad bank europea proposta dall’Eba. Si mette in evidenza come il problema principale siano i diversi interessi tra i paesi membri. Ci sono infatti alcune nazioni che hanno un rapporto Npl/crediti complessivi ben oltre il 20% e l’Italia da sola possiede un terzo dei quasi 1.000 miliardi di sofferenze. Nessun Paese ha pensato di sostenere la proposta dell’Eba e si sta quindi facendo largo l’idea che possano essere delle asset management company nazionali a occuparsi di liberare le banche in difficoltà dei crediti in sofferenza che le zavorrano. I ministri delle Finanze europee a Malta potrebbero quindi discutere sulla tipologia di queste società, considerando che il solo modello privato, come si è visto nel caso del Fondo Atlante, non sembra garantire grandi risultati. Si potrebbe arrivare a ipotizzare una proprietà mista pubblico-privata. La situazione di stallo a livello europeo su questo punto di certo non aiuta le banche italiane più in difficoltà, anche se per Monte dei Paschi di Siena la priorità al momento è avere il via libera alla ricapitalizzazione precauzionale, di modo che lo Stato possa iniettare liquidità. Il problema degli Npl verrà affrontato in un secondo momento.