La Deputazione generale della Fondazione Mps ha approvato il bilancio 2016, che ha visto il ritorno all’utile per l’ormai ex azionista di riferimento di Montepaschi. L’esercizio, infatti, si è chiuso con il segno più per 4,1 milioni di euro. Il Presidente Marcello Clarich ha sottolineato l’importanza della riduzione dei costi per il raggiungimento di questo risultato. Inoltre, ha ricordato che il patrimonio netto è sceso da 451,7 a 421,1 milioni di euro, a quali la Fondazione ha aggiunto 11 milioni sottraendoli dal fondo di stabilizzazione delle erogazioni. Si è provveduto anche nominare i nuovi membri della Deputazione generale, che ora è composta da Grazia Baiocchi, Giovanni De Laurentiis, Vincenzo Del Regno, Silvia Trapassi, Vincenzo Cesarini, Lorella Targi, Donatella Cinelli Colombini, Loris Nadotti, Franco Guerri, Carlo Guiggiani, Andrea Erri, Vareno Cucini e Giuliano Volpe e Carlo Enrico Bottani.
Mps continua ad attendere il via libera delle istituzioni europee sul piano industriale e la conseguente ricapitalizzazione precauzionale. Il cui importo, secondo quanto scrive La Stampa, potrebbe non dover essere più di 6,6 miliardi di euro, ma di un importo superiore. Il quotidiano torinese scrive infatti che quella cifra consentirebbe di riportare il Cet 1 sopra la soglia richiesta dalle normative, ma non sarebbe sufficiente a rispettare i target Srep che sono fissati dalla Banca centrale europea. Per questo l’entità dell’esborso da parte del Tesoro dovrebbe essere superiore al previsto, ma sul tema sarebbero ancora in corso dei negoziati con la Commissione europea e la Bce. Non sono arrivate né conferme, né smentite riguardo quanto scritto da La Stampa. Non resta quindi che attendere eventuali commenti.
Mps, come altre banche italiane, sta mettendo a punto la propria strategia sui crediti in sofferenza. La banca toscana deve però tenere molto più in considerazione le richieste della Bce. Per quel che riguarda il mondo credito cooperativo, Iccrea Banca sta pensando di dar vita a una cartolarizzazione che potrebbe usufruire della garanzia pubblica mediante Gacs. Lo scrive Milano Finanza, segnalando che spetta alla singole Bcc decidere se aderire o meno al progetto, entro la metà di maggio. Iccrea, per dar vita al proprio piano, dovrà raggiungere almeno una soglia minima, stimata in circa 500 milioni di euro di valore nominale. Inoltre, dovrà individuare il “servicer” il cui ruolo sarà importante nell’operazione di cartolarizzazione, in modo da riuscire ad avere poi acquirenti per i prodotti finanziari che verranno creati.
Mps continua ad attendere segnali dalla Commissione europea sul via libera al piano industriale. Ma non c’è solo Siena ad attendere. Anche in Veneto si guarda alle mosse di Bruxelles, consapevoli che con tutta probabilità solo dopo un verdetto su Montepaschi potrà arrivarne anche uno relativo a Banca Popolare di Vicenza e Veneto Banca. Le due banche venete hanno senz’altro un piano più impegnativo perché prevede anche la loro fusione, ma certamente non sono due istituti di credito paragonabili per grandezza a Mps. Tuttavia hanno bisogno che arrivi presto il via libera europeo alla ricapitalizzazione precauzionale.
I sindacati di Mps avevano già espresso la loro contrarietà a qualsiasi aumento degli esuberi previsti nell’ultimo piano industriale della banca. Del resto non sono mai arrivate smentite rispetto alle indiscrezioni secondo cui, per dare il via libera alla ricapitalizzazione precauzionale di Monte dei Paschi di Siena, la Commissione europea vorrebbe che la banca tagliasse più dipendenti e sportelli. E Marco Morelli, durante l’ultima assemblea dei soci, non ha fornito grandi rassicurazioni alle organizzazioni sindacali. Per questo Lando Maria Sileoni ha deciso di fare appello ad Antonio Tajani affinché “non ci siano da parte di Bce e Unione europea nessun tipo di abusi o di forzature rispetto a drastiche riduzioni di personale” sia per quel che riguarda Mps, che per quanto concerne Banca Popolare di Vicenza e Veneto Banca. Il Segretario generale della Fabi teme infatti “che si voglia calcare la mano sulla riduzione dei costi, che le banche italiane inevitabilmente poi tradurrebbero in tagli occupazionali”. Da qui, quindi, la richiesta al Presidente del Parlamento europeo di “tenere d’occhio” le mosse delle istituzioni comunitarie.
Sileoni si è anche rivolto ad Antonio Patuelli, chiedendo a quello che considera il miglior Presidente dell’Abi di sempre, “di sensibilizzare i vertici di Monte dei Paschi di Siena e delle due banche venete sulla necessità di evitare macelleria sociale a danno del territorio e dei lavoratori”. Il sindacalista ha anche avverti che “al primo licenziamento bloccheremo l’intero settore”.