Mps rischia di finire sotto processo a Milano. Ciò, come spiega Radiocor, in virtù della legge 231/2001 sulla responsabilità amministrativa degli enti, nell’ambito dell’inchiesta in cui vengono contestati agli ex Presidente e amministratore delegato di Montepaschi, Alessandro Profumo e Fabrizio Viola, i reati di aggiotaggio e falso in bilancio. Il sostituto procuratore generale di Milano, Felice Isnardi, ha infatti riaperto l’inchiesta sulla banca, per cui era arrivata l’archiviazione, chiedendo degli approfondimenti di indagini e una perizia tecnica sulla contabilizzazione dei derivati Alexandria e Santorini. Potrebbe quindi arrivare la richiesta di rinvio a giudizio, magari con la riunificazione con il filone a carico degli ex vertici della banca.
Mps continua ad attendere notizie da Bruxelles circa il piano industriale presentato in modo da poter avere il via libera alla ricapitalizzazione precauzionale. Intanto, come si è visto dai dati trimestrali, la raccolta è tornata a crescere. Secondo quanto riporta Il Corriere della Sera, grazie soprattutto alle aziende che sono tornate a depositare i loro soldi sui conti della banca toscana. Milano Finanza ricorda quindi che è stata non tanto la notizia del fallito aumento di capitale a dicembre a far scattare la “fuga dei depositi”, quanto il fatto che le autorità europee hanno chiesto che la ricapitalizzazione precauzionale avesse un importo di 8,8 miliardi, mentre l’aumento di capitale di pochi giorni prima sarebbe dovuto essere di 5 miliardi. Una differenza le cui ragioni non sono state fin dall’inizio chiare e che quindi hanno portato molti correntisti a spostare i loro risparmi.
Mentre Mps attende novità dalle istituzioni europee sull’approvazione del proprio piano industriale, continua l’odissea giudiziaria di Antonella Tognazzi e Davide Vecchi legata alla morte di David Rossi. La vedova dell’ex responsabile comunicazione di Montepaschi e il giornalista del Fatto Quotidiano sono infatti accusati di aver rivelato il contenuto di alcune mail che Rossi aveva scambiato con l’allora amministratore delegato Fabrizio Viola. Oggi ci sarà una nuova udienza e fuori dal tribunale si terrà una manifestazione dell’Associazione civica buon governo di Siena per dare solidarietà ai due imputati e “chiedere giustizia e verità” sulla tragica morte di Rossi e “sui misteri di Mps”.
Stando a quanto riporta Reuters, il Presidente di Mps, Alessandro Falciai, ha ribadito che i contatti con Francoforte e Bruxelles “sono costanti a tutti i livelli”. L’auspicio è quello che il via libera al piano industriale possa arrivare entro giugno. Tuttavia, Marco Morelli all’inizio dell’anno aveva detto che il confronto con le autorità europee si sarebbe chiuso in poche settimane dopo la presentazione del piano industriale. Perché dunque non si è ancora arrivati al “via libera” della Commissione europea? Secondo Formiche.net, la ragione è da ricercare nel fatto che Bruxelles vorrebbe un piano più severo di quello proposto e lo stesso amministratore delegato della banca lo avrebbe fatto capire durante l’ultima assemblea dei soci, quando ha ricordato che “il piano dovrà riallineare previsioni di ricavo e costo avendo atteggiamenti molto più stringenti. Dobbiamo arrivare a qualcosa che sia un giusto compromesso e che dia possibilità alla banca di riprendere un percorso”.
In primo piano sembra esserci la richiesta di una maggior riduzione del personale, cosa di cui i sindacati non vogliono sentir parlare e che probabilmente Monte dei Paschi di Siena stessa, come le autorità italiane, vorrebbero evitare. Nei giorni scorsi è stato poi ricordato il nodo relativo al deconsolidamento dei crediti deteriorati. Su questo punto sembra però che l’idea sia quella di arrivare a una cartolarizzazione con l’utilizzo della Gacs e l’intervento del Fondo Atlante. Non resta che aspettare e vedere se almeno entro giugno arriverà il “disco verde” dell’Ue.