Venerdì a Roma Lando Maria Sileoni ha incontrato Antonio Tajani e ha chiesto al Presidente del Parlamento europeo di vigilare “affinché la Commissione europea non faccia indebite pressioni su Mps, Popolari venete e Ubi per un taglio degli organici mascherato da una generica riduzione dei costi”. Il Segretario generale della Fabi ha anche espresso la propria convinzione circa il fatto che le banche stesse non debbano usare le raccomandazioni “eccessive e spesso pretestuose” del commissario europeo alla Concorrenza, Margrethe Vestager, “come un alibi per tagliare indiscriminatamente nuovi posti di lavoro”. Non è la prima volta che il principale sindacato dei lavoratori bancari fa appello a Tajani e Sileoni, ringraziando il Presidente del  Parlamento europeo per l’attenzione dimostrata, l’ha però informato che potrebbe esserci uno sciopero nazionale della categoria se venisse annunciato anche un solo licenziamento in più rispetto a quelli che sono già stati concordati tra banche e sindacati.



Non passa inosservato il fatto che Sileoni ha parlato anche di Ubi Banca, mentre in precedenza aveva fatto sempre riferimento solo a Mps, Banca Popolare di Vicenza e Veneto Banca. Del resto, però, il gruppo bergamasco-bresciano ha appena annunciato che procederà al taglio di un terzo circa dei posti di lavoro delle tre good bank che ha acquistato, ovvero Banca Etruria, Banca Marche e CariChieti. Il settore, quindi, non vive un momento occupazionale facile e quindi le preoccupazioni sindacali sembrano più che giustificate.

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