Se nei giorni scorsi le indiscrezioni parlavano della necessità di ulteriori approfondimenti da parte delle istituzioni europee prima di dare il via libera al piano industriale di Mps, ora sembra che le notizie siano tutte all’insegna dell’ottimismo e della possibilità che in tempi brevi possa arrivare il “disco verde” per la ricapitalizzazione precauzionale. Alessandro Falciai, infatti, ha detto di “nutrire grande ottimismo” sul fatto che la trattativa con le istituzioni europee possa andare a buon fine. Il Presidente di Mps ha rilasciato questa breve dichiarazione, riportata da Reuters, a margine dell’esecutivo dell’Abi. Vedremo se, come si ipotizzava la settimana scorsa, entro giugno arriverà l’atteso via libera all’operazione.



Mps ha un importante tesoro artistico nella propria sede di Siena, rappresentato da circa 30.000 opere d’arte, che potranno essere apprezzate meglio grazie a un app messa a punto insieme a Smartify, società londinese specializzata nel rendere più fruibile l’arte. In buona sostanza, inquadrando con il proprio telefonino una delle opere custodite nel museo della banca si potranno avere rapidamente informazioni complete su di essa, senza aver bisogno di una guida. La app è già operativa in alcuni musei di Amsterdam e Londra e potrà essere utilizzata a Siena a partire dal 18 maggio, giornata internazionale dei musei. Nel museo di Mps, ricorda l’Agi, ci sono opere di artisti molto noti come Lorenzetti, Donghi e Sano di Pietro. 



Dalla Procura di Milano è arrivata la richiesta di rinvio a giudizio per Alessandro Profumo e Fabrizio Viola, rispettivamente ex Presidente e amministratore delegato di Mps, con l’accusa di falso in bilancio e aggiotaggio. Il Codacons ha espresso soddisfazione per questa notizia, dato che era stata proprio l’associazione dei consumatori, insieme ad alcuni piccoli azionisti e Giuseppe Bivona a chiedere a Livio Cristofano, giudice per le indagini preliminari, di respingere l’istanza di archiviazione della posizione dei due ex manager di Montepaschi. Il Codacons invita quindi i risparmiatori della banca toscana a costituirsi nel procedimento e chiedere il risarcimento dei danni subiti per la mala-gestione della stessa, anche per quel che riguarda l’andamento negativo del titolo in Borsa.



Corrado Passera lo scorso anno aveva messo a punto un piano per il salvataggio di Monte dei Paschi, che però non è stato preso in considerazione dai vertici della banca toscana. L’ex numero uno di Intesa Sanpaolo interviene ora sula caso Boschi-Etruria, spiegando che non c’è nulla di strano “se il mondo della politica s’interessa di casi industriali o bancari”. Tuttavia c’è un confine che non deve essere superato, per esempio per scambi indebiti o interessi personali. L’ex ministro non sa però dire se questo confine nel caso Boschi-Etruria sia stata superato. Intervistato dalla Stampa ha però evidenziato che Monte dei Paschi, le due banche venete e le quattro fallite a fine 2015, tra cui la stessa Etruria, “sono tutti esempi di mala gestione, controlli inadeguati e sicuramente di ingerenze indebite della politica”. E ora toccherà ai contribuenti pagare il conto. Basterebbe già questi per essere indignati, quindi, senza aver bisogno di avere prove inconfutabili di conflitti di interesse.

Passera ha anche dichiarato di essere contrario in linea di principio alla nazionalizzazione delle banche, poiché questa rende più facili le ingerenze politiche. Ora che sia Montepaschi che Banca Popolare di Vicenza e Veneto Banca potrebbero avere accesso alla ricapitalizzazione precauzionale, secondo l’ex ministro “è necessario che la politica assicuri un rispetto che non ha avuto in passato”, evitando appunto indebite ingerenze nella gestione del credito. “Una delle prove di tale impegno sarà la qualità del management e dei cda che verranno nominati e la velocità con la quale verranno riprivatizzate le banche”, ha aggiunto.