La Banca d’Italia sembra promuovere le misure adottate dal Governo per sostenere le banche in difficoltà, come Mps, Banca Popolare di Vicenza e Veneto Banca. Nel rapporto sulla stabilità finanziaria, palazzo Koch segnala infatti che con il decreto salva-risparmio si potrà favorire il rafforzamento patrimoniale di alcuni intermediari in difficoltà. Ovviamente il buon esito di questo tipo di interventi è subordinato al via libera da parte delle istituzioni europee, che ancora non è arrivato in nessuno dei casi. Le previsioni nelle scorse settimane dicevano che maggio sarebbe potuto in questo senso essere il mese decisivo per l’arrivo di un “verdetto”.  Non resta quindi che aspettare per vedere se la ricapitalizzazione precauzionale potrà avvenire sia per Montepaschi che per le due banche venete.



Attraverso l’approvazione del decreto su Mps, è entrata in vigore una norma che riguarda gli obbligazionisti subordinati di Banca Etruria. Lo ricorda Confconsumatori Toscana, spiegando che è stato prorogato fino al prossimo 31 maggio il termine per ottenere l’indennizzo forfettario dell’80% da parte del Fondo interbancario. La misura riguarda ovviamente anche i risparmiatori delle altre tre banche fallite alla fine del 2015. “Una delle novità del decreto Mps è la modifica del criterio patrimoniale, ovvero nei 100mila euro di patrimonio mobiliare esistente al 31 dicembre 2015 non va più considerato il costo d’acquisto delle subordinate stesse”, evidenzia l’associazione dei consumatori in una nota.



Uno dei punti ancora in discussione riguardo il piano industriale di Monte dei Paschi di Siena riguarda il numero degli esuberi. Sembra, infatti, che la Commissione europea voglia che Rocca Salimbeni aumenti il numero di tagli al personale già programmati dalla banca toscana. Nella quale intanto procede la riorganizzazione interna. I sindacati hanno fatto infatti sapere che dal 27 aprile sono stati messi in atto degli interventi per separare in maniera più netta le attività commerciali da quelle creditizie. “In particolare, le strutture commerciali conserveranno autonomie creditizie limitatamente a posizioni con basso profilo di rischio; per contro, tutte le posizioni che presentino un profilo di rischio elevato o comunque tale da ritenere indispensabile un approccio specialistico, confluiranno verso la filiera creditizia”, si legge in una nota delle sigle sindacali. Nell’ambito della filiera creditizia si procederà anche alla creazione delle unità “high risk”, destinato a seguire quelle posizioni che presentano degli elementi di criticità che potrebbero portare alla nascita di nuovi Npl. Un’attività senz’altro importante, anche per cercare di limitare sul nascere nuovi crediti in sofferenza che potrebbero gravare su Monte dei Paschi di Siena anche dopo la ricapitalizzazione precauzionale.



I sindacati fanno sapere che le soluzioni organizzative decise dall’azienda non sono però prive di rischi. “È nostro auspicio che la divisione, ora sancita anche sul piano organizzativo fra i due principali comparti operativi, non pregiudichi l’indispensabile sintesi fra la minimizzazione del rischio creditizio e la stringente necessità di preservare clientela e quote di mercato; tale sintesi si costruisce dall’alto, assicurando la sostanziale coerenza fra politiche del credito e politiche commerciali”, dicono i sindacati, ricordando che la comunicazione tra le due filiere sarà quindi importante.