Mps dovrebbe passare sotto il controllo dello Stato a luglio. Lo scrive l’Ansa, citando fonti vicine al dossier che è ancora allo studio delle istituzioni europee. Secondo quanto riporta l’agenzia di stampa, entro due settimane dovrebbe essere raggiunto l’accordo tra ministero dell’Economia e Unione europea anche sul tema degli esuberi e dei tagli agli sportelli e per la fine di giugno dovrebbe essere presa una decisione definitiva riguardante lo smaltimento dei crediti in sofferenza. A quel punto si potrà varare il decreto per dare effettiva esecuzione alla ricapitalizzazione precauzionale della banca toscana, con lo Stato che dovrebbe arrivare intorno al 70% del capitale di Rocca Salimbeni. Tutto questo dovrebbe appunto completarsi a luglio.



All’indomani del fallito aumento di capitale di Mps, come noto, il Governo Gentiloni ha varato un decreto per stanziare 20 miliardi a sostegno del sistema bancario italiano. Ora un decreto del ministro dell’Economia e delle Finanze, Pier Carlo Padoan, stabilisce che di queste risorse, 16 miliardi siano destinati agli aumenti di capitale, mentre 4 alle garanzie sulle passività di nuova emissione. Reuters, nel riportare la notizia, ricorda che secondo quanto è finora emerso, il Tesoro dovrebbe stanziare circa 11,5 miliardi di euro per le ricapitalizzazioni precauzionali di Montepaschi, Banca Popolare di Vicenza e Veneto Banca. Inoltre, l’agenzia di stampa fa presente che nel Def era stato scritto che per mantenere il debito al 132,5% del Pil occorre “un utilizzo pari a circa metà delle risorse rese disponibili per la ricapitalizzazione precauzionale”.



Ennio Doris è d’accordo con l’intervento dello Stato in soccorso di Mps, di Banca Popolare di Vicenza e Veneto Banca, perché “il bail-in è una follia”. Intervistato da Qn Economia & Lavoro, il Presidente di Banca Mediolanum evidenzia come sia stato un errore approvare la normativa europea, perché “parte da un presupposto giusto, ma arriva a conclusioni sbagliate”. Dal suo punto di vista, infatti, è giusto che una banca che va male chiuda, ma non si può far pagare il conto ai clienti. Per la stessa contrarietà al bail-in, Doris spiega che farebbe nuovamente l’investimento nel Fondo Atlante, visto che senza quelle risorse le banche venete sarebbero andate in bail-in e sarebbe successo un disastro. “Per chiudere il buco occorreva una dichiarazione dello Stato che dicesse: ‘Ci siamo noi, la gente non deve più temere niente’. Mettendo i soldi, senza questa dichiarazione, abbiamo comprato solo tempo”.



Fisac-Cgil interviene a livello non solo nazionale, ma anche locale, su Mps. Il Segretario generale della Toscana, Daniele Quiriconi, ha infatti fatto notare che il titolo della banca toscana è sospeso dalle contrattazioni da ormai cinque mesi e il decreto varato per risolvere i suoi problemi, oltre che quelli di Banca Popolare di Vicenza e Veneto Banca, tarda a far vedere i suoi effetti. Il sindacalista ha poi evidenziato come anche altri istituti di credito toscani siano in una situazione non facile e tutto questo rischia di lasciare l’economia regionale priva di credito. “Il rischio che la Toscana sia terra di raccolta e poco di impieghi come dimostrano i dati anche di questi primi mesi del 2017 è alto. In Italia il credito a famiglie e imprese riprende a salire ma non in Toscana”, ha detto Quiriconi. Che ha anche aggiunto che “i lavoratori rischiano di essere strumento e ostaggio, spettatori passivi, di quello che non può essere una specie di ‘gioco di società’”.

Mentre si attendono nuovi segnali dalle istituzioni europee sul piano industriale di Monte dei Paschi, per l’Italia potrebbe arrivare dall’Europa la richiesta di costituire una bad bank nazionale che, nel rispetto delle regole comunitarie, aiuti le banche a liberarsi delle sofferenze bancarie. Nei prossimi giorni la Commissione europea e l’Ecofin dovrebbero mettere a punto un testo dedicato ai crediti inesigibili, in cui ci saranno, oltre a dati analitici sulla situazione nei vari paesi membri, anche dei “suggerimenti” sulle mosse da mettere in atto. Secondo quanto scrive Federico Fubini, dopo questo testo partirà un lavoro per nuove linee-guida dedicate alle modalità operative di una “società di gestione degli attivi” che acquisiti gli Npl dalle banche per trarne più valore possibile. Dall’Ue dovrebbe arrivare l’indicazione che affinché un’operazione simile abbia successo occorrono sistemi giudiziari in grado di agire in tempi rapidi, come pure rapidi devono essere i tempi di recupero delle garanzie presentate dai debitori.

Poiché su questi punti l’Italia non brilla di sicuro, da Bruxelles potrebbe arrivare l’invito a lavorare su una bad bank di sistema. Un invito che potrebbe essere “convincente” grazie alle raccomandazione della Commissione europea in arrivo, oltre che ai negoziati in corso sul futuro di Monte dei Paschi, Banca Popolare di Vicenza e Veneto Banca. In particolare per le due banche venete la bad bank potrebbe risolvere diversi problemi. Inoltre, nell’articolo viene ricordato che le sofferenze negli ultimi mesi sono salite e a destare preoccupazione sono le banche piccole, fuori dal campo della vigilanza europea, che in proporzione hanno molti più crediti dubbi delle banche principali.