Secondo quanto scrive Milano Finanza, domani il Consiglio di amministrazione di Mps esaminerà la bozza del piano industriale in discussione con la Dg Comp europea e Marco Morelli farà il punto sulla trattativa con Bruxelles. Secondo il quotidiano finanziario, ci sono alcuni punti su cui le diversità di vedute sono evidenti. Per esempio, sui tagli necessari al personale, la Commissione europea continua a vedere necessari molti esuberi, difficili non solo da far digerire ai sindacati, ma anche alla banca, perché ridurre il proprio perimetro e le proprie filiali vuol dire mettere a rischio anche la redditività futura. Pare quindi che il Tesoro sia impegnato in prima linea per cercare di “ammorbidire” questa richiesta. Sembra che invece sul fronte dei crediti deteriorati un accordo sia stato trovato tra le parti.



Antonio Tajani è stato intervistato da La Stampa e in una domanda gli è stato chiesto se, a proposito dello “stallo” sulle trattative riguardanti Mps, Banca Popolare di Vicenza e Veneto Banca, c’è qualcuno che in Europa vuole punire le banche italiane. Il Presidente del Parlamento europeo ha risposto che esiste senz’altro una preoccupazione per alcuni istituti di credito del nostro Paese, “ma credo che il sistema italiano sia sottostimato e migliore di come viene rappresentato”. Tajani ha anche ricordato che ci sono delle banche che non hanno certo lavorato bene e per questo motivo l’Ue è severa. Senza dimenticare che anche la magistratura italiana sta svolgendo delle indagini su alcune specifiche situazioni.



Sembra che davvero i tempi per una via libera al piano industriale di Mps siano vicini. Fabrizio Pagani, a margine della Italian Investment Conference organizzata da Unicredit e Kepler Cheuvreux, ha infatti detto che le autorità italiane stanno chiudendo l’accordo con la Commissione europea e dunque è vero quel che scrivono i giornali, “è veramente una questione di giorni”. Il capo della segreteria tecnica del ministero dell’Economia e delle Finanze, per confermare la cosa, ha anche chiarito che “stiamo chiudendo” anche la trattativa riguardante la cartolarizzazione degli Npl, quindi sembra davvero vicina una svolta. Svolta che Pagani vede anche per tutto il sistema bancario italiano, grazie all’aumento di capitale di Unicredit, alle vendita delle good banks e alla riduzione dello stock di crediti deteriorati. Per quel che riguarda Banca Popolare di Vicenza e Veneto Banca, il tecnico ha spiegato che “ne parleremo dopo”.



Sembra che Matteo Renzi abbia intenzione di riportare nei primi posti dell’agenda del Partito democratico la creazione della Commissione d’inchiesta sulle banche, facendo in modo che si preoccupi in particolare di Mps, Banca Popolare di Vicenza e Veneto Banca. Lo scrive l’Huffington Post, segnalando che l’ex Premier vorrebbe così cercare di rispondere agli attacchi cui è continuamente sottoposto, in questo caso facendo sì che non si parla solo di Banca Etruria, ma dei problemi che riguardano altri istituti di credito. Per questo motivo sembra anche che Renzi sia intenzionato a far sì che la Commissione venga presieduta da Matteo Orfini, Presidente del Partito democratico. Vedremo se effettivamente le cose andranno così: per il momento, infatti, ancora la Commissione d’inchiesta non è stata nemmeno costituita.

Tra poche settimane Monte dei Paschi tornerà in Borsa. La trattativa con le autorità europee sta per giungere in porto e si potrà quindi procedere alla ricapitalizzazione precauzionale della banca toscana, che a quel punto tornerebbe certo alle contrattazioni a Piazza Affari, avendo però come forte azionista di maggioranza assoluta il Tesoro. Per gli attuali azionisti di Monte dei Paschi saranno quindi forse più evidenti i costi che questa operazione avrà per loro. Resterà comunque poi da risolvere il problema dei crediti in sofferenza. Ancora non è stato formalizzato l’accordo con il Fondo Atlante, che dovrebbe acquistare le tranche più sicure degli Npl cartolarizzati di Montepaschi. E a proposito delle sofferenze bancarie, il quotidiano finanziario dedica un articolo ai calcoli di Katia Mariotti, Npe & Nca Mediterranean leader transaction advisory services di Ernest Young, secondo cui l’anno scorso il tasso di scivolamento delle inadempienze probabili a sofferenze per le prime dieci banche italiane è stato del 20%, un dato in discesa rispetto agli anni passati, ma ancora elevato.

Mariotti ha spiegato che per risolvere seriamente il problema degli Npl bisogno agire a monte, evitando che i crediti si trasformino in sofferenze. Una strategia di questo tempo porta dei vantaggi a diversi soggetti, tra cui le imprese, i lavoratori, il settore bancario e lo Stato. Dunque sarà importante che anche Mps cerchi di avere una gestione proattiva delle inadempienze probabili, in modo da evitare che si formi un altro stock di Npl.