Siena Civitas è preoccupata per le voci di tagli consistenti al personale di Mps che sono rimbalzate negli ultimi giorni. In una nota viene valutato positivamente il fatto che un accordo tra autorità italiane ed europee sia prossimo, visto che si parla addirittura di un accordo imminente, con possibilità di finalizzazione già nell’arco di due settimane, tuttavia Montepaschi dovrà andare oltre la ricapitalizzazione precauzionale e per restare in piedi, viene evidenziato, avrà bisogno di essere redditizia, anche per consentire allo Stato stesso di rimetterla sul mercato. “Per tornare alla redditività, però, la Banca necessita di un’adeguata rete a contatto con il territorio e, soprattutto, ha bisogno di competenze adeguate ed efficaci per ri-massimizzare le relazioni con la clientela”, evidenzia Siena Civitas, che ricorda come tagliare il personale vada propria nella direzione opposta.



C’è tempo fino alla fine di giugno per decidere del futuro di Juliet, la piattaforma di Mps per la gestione dei crediti in sofferenza. Nei mesi scorsi, infatti, Cerved aveva presentato un’offerta di acquisto, ma non si era poi arrivati a un accordo. Si è deciso quindi di prorogare le trattative fino alla fine di giugno. Andrea Mignanelli, Ceo di Cerved, ha fatto però capire che terrebbe molto a finalizzare l’operazione, che dal suo punto di vista ha valenza industriale. “Noi non abbiamo modo di incidere sulla decisione per cui siamo in attesa ma ci siamo e lo abbiamo manifestato chiaramente”, ha detto Mignanelli a margine dell’Italian investment conference organizzata a Milano da UniCredit insieme a Kepler Cheuvreux. Non resta quindi che vedere se Montepaschi deciderà di cedere Juliet oppure no.



Ieri si è riunito il cda di Mps e, com’era prevedibile, è stato fatto un punto sulla trattativa con le istituzioni europee riguardo il piano industriale della banca. Secondo quanto riporta Milano Finanza, il via libera della dg Comp della Commissione europea potrebbe arrivare nelle prossime due settimane. Un accordo definitivo sembra quindi possa essere raggiunto nella settimana tra il 5 e l’11 giugno. Radiocor aggiunge che i ritardi che si stanno vedendo nella soluzione definitiva della vicenda riguardano non solo il complesso confronto con Bruxelles, ma anche alcune richieste aggiuntive che sarebbero arrivate a Siena da parte dell’autorità di vigilanza unica europea, che avrebbero costretto Montepaschi e rivedere tutto il piano messo a punto. È ancora in atto, invece, la trattativa con Atlante, Fonspa e Fortress per la cartolarizzazione degli Npl. 



Articolo 1 – Movimento Democratici e Progressisti in una nota esprime preoccupazione per le indiscrezioni che parlano di licenziamenti che in Mps potrebbero essere molto più alti del previsto. “Le persone sono persone e non una mera somma algebrica per far tornare i conti: i lavoratori hanno già pagato abbastanza in ragione di una crisi che loro hanno soltanto subìto”, si legge nella nota, dove si chiede all’Europa di sbrigarsi nel pronunciarsi sul piano presentato dalla banca toscana e alle autorità italiane di vigilare attentamente su quanto sta avvenendo. Inoltre, viene ricordato che penalizzando la rete commerciali con tagli di personale eccessivi non si metterebbe la banca nelle condizioni di poter essere competitiva sul mercato.

Le vicende di Monte dei Paschi finiscono nella rubrica “Inside business” del Financial Times, che, come ricorda l’Ansa, titola “Il salvataggio proposto per Monte dei Paschi offre una speranza all’Italia”. Patrick Jenkins ricorda che è da diversi mesi che è in atto un negoziato tra le autorità italiane e quelle europee, ma pare che entro un mese si potrà raggiungere un accordo.

Sul quotidiano della City si spiega quindi che con la ricapitalizzazione precauzionale lo Stato mettere sul piatto più di 5 miliardi di euro, necessario a garantire l’ammontare di capitale richiesto dalle istituzioni europee. Viene però anche segnalato che non mancheranno richieste di tagli più sostanziosi al personale, quando, tuttavia, “lo scorso anno il capo esecutivo di Mps è stato premiato con uno stipendio da 1,9 milioni di euro, molto di più dei capi di banche rivali 10 volte più grandi”.

L’articolo del Financial Times spiega che comunque una volta che verrà dato il via libera alla ricapitalizzazione precauzionale ci potrà essere anche un’importa svolta per il sistema bancario italiano, tirando di fatto un linea sulla passata malagestione di alcuni istituti, utile a far sì che le banche possano concentrarsi nel fare il loro lavoro: cioè sostenere l’economia reale del Paese con il credito.

Per questo, quindi, il titolo dell’articolo fa riferimento a una speranza per l’Italia. Non resta che vedere se effettivamente il via libera da parte delle istituzioni europee arriverà nei tempi di cui si parla negli ultimi giorni, ovvero a giugno. Questo dovrebbe poi consentire di rendere operativa la ricapitalizzazione precauzionale prima della pausa estiva.