Un patto di scopo per la crescita che coinvolga imprenditori, lavoratori e loro rappresentanti, politica, banche e istituzioni finanziarie. Non “un patto spartitorio dove ciascuno chiede qualcosa per la propria categoria. Ma il suo esatto contrario, dove ciascuno cede qualcosa per il bene comune”. È questo l’appello del presidente di Confindustria, Vincenzo Boccia, lanciato in occasione dell’assemblea annuale dell’Associazione. L’obiettivo è quello di inaugurare una “nuova stagione di coesione” agendo tutti insieme per il bene del Paese. 



“Dobbiamo essere consapevoli – ha avvertito Boccia davanti ai rappresentati del governo, della politica, del sindacato e delle banche – di questa fase delicata della vita del Paese, abbiamo invertito la rotta, ma i divari aumentano: tra imprese, tra giovani e società, tra cittadini”. Da questa consapevolezza e “dal timore che si possano fare passi indietro – ha spiegato – dobbiamo definire tra imprenditori, lavoratori e loro rappresentanti, politica, banche e istituzioni finanziarie, un Patto di scopo per la crescita con l’obiettivo di uscire dalle criticità italiane e costruire un’effettiva dimensione europea”. 



Secondo Boccia, “possiamo andare oltre, verso nuovi e più alti traguardi”. Ma per farlo “non dobbiamo lasciare indietro nessuno. La nostra forza viene dal sentirci parte di una comunità e dal nostro agire collettivo”, ha aggiunto. Del resto l’Italia “è cresciuta di più quando più forte è stata la coesione sociale, che non significa annullare le differenze, ma dare a ciascuno la fiducia e gli strumenti perché possano essere superati”. 

Dunque ricapitoliamo, nell’economia dei consumi, si mette in campo un patto di scopo per fare la crescita. Un accordo da farsi con: gli imprenditori, quelli che hanno mal gestito i fattori, tanto da trovarsi magazzini di invenduto; i lavoratori, rei di aver riempito quei magazzini; i sindacati, che hanno visto scippato dal mercato la contrattazione; la politica, che affetta da ragioni fragili, parla a vanvera; banche e istituzioni finanziarie poi… peggio di cosi?



Che patto ragazzi: quattro debolezze insieme fanno una forza? Quando si fanno i conti senza l’oste, hai voglia a far patti. Già, manca l’oste, quello che proprio nell’economia dei consumi, da le carte e comanda il gioco. Là, dove la crescita si fa con la spesa, non con la produzione, né con il lavoro, comanda chi fa la spesa; caparbio, se ha i soldi in tasca fa i due terzi di quella crescita.
Un consiglio: invitatelo, ma ancor più, coccolatelo per farlo spendere!