Secondo quanto scrive IlMessaggero.it, Mps avrebbe conferito al fondo Atalante la cartolarizzazione esclusiva di crediti deteriorati per circa 27-28 miliardi di euro, di fatto l’intero ammontare degli Npl da deconsolidare. Il sito del quotidiano romano spiega che la decisione è stata presa questa mattina dal cda straordinario della banca toscana riunitosi in conference call. Marco Morelli avrebbe lavorato a questa operazione con il supporto di Mediobanca e Lazard. Il fondo gestito da  Quaestio sgr dovrebbe ora coinvolgere altri investitori nell’operazione che dovrebbe prevedere la creazione di un veicolo spv per emettere tranche junior, mezzanine e senior. Queste ultime dovrebbe godere della gacs. Atlante dovrebbe acquistare, insieme ad altri soggetti, le tranche junior e mezzanine per circa 1,75 miliardi di euro.



Il fatto che per Banca Popolare di Vicenza e Veneto Banca le cose si stiano complicando dovrebbe rendere più facile la vita a Mps. Lo scrive Marco Ferrando nel suo blog sul sito del Sole 24 Ore, evidenziando come la banca toscana non abbia avuto ancora il via libera da Bruxelles per la ricapitalizzazione precauzionale e che una delle divergenze da appianare tra le parti riguardi il taglio dei costi, ovvero il numero degli esuberi e delle filiali da chiudere, “ma pragmaticamente si spera che visti i casini su Veneto e Vicenza sia la Bce che la Commissione al Monte la facciano trovare un po’ più facile”. Il giornalista segnala poi che sembra anche chiuso l’accordo per far sì che il Fondo Atlante compri, insieme a Fortress e Fonspa, una parte dei crediti deteriorati cartolarizzati della banca toscana. 



Mps, come Banca Popolare di Vicenza e Veneto Banca, resta in attesa di segnali positivi da parte delle istituzioni europee in modo che possa prendere vita la ricapitalizzazione precauzionale dello Stato. La Stampa ribadisce che la vicenda di Montepaschi sembra ormai vicina a una soluzione e il quotidiano torinese cita anche le parole di Pierpaolo Baretta, che a proposito delle due banche venete spiega che “non le molleremo al loro destino, così come non abbiamo fatto con il Monte dei Paschi”. Non manca però chi, nonostante le parole del sottosegretario all’Economia, è piuttosto preoccupato per le sorti dei due istituti di crediti in mano ora al Fondo Altante. Senza l’intervento pubblico sembra impossibile che possano sopravvivere e anche il miliardi di euro di risorse private che l’Ue avrebbe chiesto non sembra essere a portata di mano.



I consiglieri regionali della Toscana Claudio Borghi e Marco Casucci hanno incontrato ieri, proprio a piazza Salimbeni, i cittadini senesi “per analizzare con loro la recente e inaudita richiesta d’assoluzione, promossa dell’Avvocato Falaschi (parte civile al processo di Milano) per Mussari e Vigni”, ex dirigenti apicali di Mps. Borghi ha spiegato che l’intento era “quello di sensibilizzare e informare i cittadini di Siena su un fatto estremamente grave, perpetrato da un legale, molto vicino al Movimento 5 Stelle”. I consiglieri della Lega Nord ritengono che “questo atteggiamento non fa altro che confermare come dal Pd ai grillini, si rischi di stare, inevitabilmente, nella stessa pentola”. Per questo l’unica alternativa sarebbe la Lega Nord.

Quello dei tagli al personale resta un punto da portare a soluzione nella trattativa per dare il via libera alla ricapitalizzazione precauzionale di Monte dei Paschi. Non ci sono solo i sindacati a ritenere sbagliato un aumento degli esuberi già previsti con il piano approvato alla fine dello scorso anno, prima del fallito aumento di capitale privato. Luigi Dallai, infatti, ricorda che sono stati proprio i dipendenti di Mps a tenere in piedi la banca, affrontando anche dei sacrifici e fungendo da vero contatto con i clienti. Dunque è dai lavoratori della banca che, secondo il deputato del Partito democratico, bisogna ripartire. “Credo che risulti chiaro a tutti che, pur in una fase complessa come questa, affrontare la questione dei costi tagliando posti di lavoro sia un errore strategico”, ha aggiunto. Dallai ha quindi evidenziato che i numeri in questa fase hanno molta importanza, perché dai posti di lavoro di Monte dei Paschi dipende anche la possibilità per la banca toscana di operare sul territorio e quindi aumentare le chance di avere ricavi utili a far crescere la redditività.

Per il deputato dem sarà molto importante, oltre al punto relativo agli esuberi, anche quello del ristoro che verrà garantito agli obbligazionisti della banca. Dal suo punto di vista bisognerà per forza di cose distinguere i piccoli risparmiatori dagli investitori istituzionali, che non possono essere messi sullo stesso piano. E in effetti su questo tema i riflettori si sono spenti da tempo. “L’impegno, anche della politica, a maggior ragione in questa fase, deve essere quello di favorire le soluzioni che possano poi garantire la migliore operatività della Banca e la tutela del risparmio. Il Monte dei Paschi è una risorsa per il nostro territorio, per la Regione Toscana e per tutto il Paese”, ha detto ancora Dallai.