Se Mps viene salvata con 8 miliardi euro, allora occorre che lo Stato intervenga anche per Banca Popolare di Vicenza e Veneto Banca. Lo evidenzia Luca Zaia descrivendo la situazione delle due banche venete in crisi come una vera e propria tragedia. “Siamo davanti a due cadaveri eccellenti e speriamo non lo diventino fino in fondo”, ha detto il Governatore del Veneto a margine del punto stampa organizzato a palazzo Balbi. E secondo quanto riporta adnkronos, Zaia ritiene che sia ancora possibile salvare le due banche “e bisogna farlo pensando al sistema economico del Veneto e all’occupazione”. Di fatto il negoziato con le autorità europee per sbloccare la ricapitalizzazione precauzionale delle due venete non appare semplice e a portata di mano come sembrava fino a qualche settimana fa.
Mps, Banca Popolare di Vicenza e Veneto Banca sono ancora in attesa di un via libera europeo alla ricapitalizzazione precauzionale che le metta definitivamente in sicurezza con l’intervento dello Stato. Negli ultimi giorni sembra che la situazione per la banca toscana si sia “sbloccata”, mentre per le due venete pare che si stia complicando, con la richiesta di un miliardo di euro di capitali privati. Cinzia Bonfrisco chiede quindi al ministro Padoan un’azione più efficace vista la situazione. “A meno che questo non sia il governo e il partito dei due pesi e due misure, visto l’ennesimo stop dal Pd alla commissione d’inchiesta sul sistema bancario: si accelera per salvare Mps, banca storica del Pd, mentre le venete vadano pure al macello?”, si chiede la componente della Commissione Finanze del Senato.
Ora c’è anche l’ufficialità da parte di Mps: il cda di Rocca Salimbeni, riunitosi ieri, “ha deliberato di concedere un periodo di esclusiva sino al 28 giugno 2017 a Quaestio Capital Management SGR S.p.A., per conto di Atlante II, e di un gruppo di investitori” al fine “di permettere la negoziazione dei termini e condizioni della cartolarizzazione del portafoglio di sofferenze oggetto di cessione (che alla data del 31 dicembre 2016 ammontava a circa euro 26 miliardi)”. Gli altri soggetti coinvolti oltre al fondo Atlante, anche se il comunicato di Montepaschi non fa nomi, dovrebbero essere Fortress e Fonspa. C’è da notare che il periodo di esclusiva concesso sembra compatibile con la possibilità che il via libera alla ricapitalizzazione precauzionale arrivi entro un mese.
Per Monte dei Paschi un punto importante da affrontare dopo il via libera alla ricapitalizzazione precauzionale resta il deconsolidamento degli Npl. E anche per le altre banche italiane quella della cessione dei crediti deteriorati è una partita importante. Dopo aver ceduto Npl per quasi 18 miliardi di euro, Unicredit ora si prepara a vendere un maxi portafoglio immobiliare del valore lordo vicino al miliardo e mezzo. Da tempo la banca stava lavorando a questo dossier riguardanti immobili su leasing di cui la banca è riuscita a tornare in possesso. L’operazione in via di definizione riguarda quindi la commercializzazione e la valorizzazione del patrimonio immobiliare rimpossessato, riveniente da contratti di leasing risolti e tornati nella disponibilità di Unicredit Leasing in Italia. Il portafoglio comprende immobili industriali, commerciali e anche residenziali. A occuparsi del dossier, oltre a Unicredit Subito Casa, ci sono Sistemia, Yard e It Auction.
Si attendono invece novità sull’operazione di vendita del portafoglio di Npl di Intesa Sanpaolo, pari a 1,3 miliardi di euro, con sottostante beni immobiliari o progetti di sviluppo da rivalutare. Il piano prevede la creazione di un veicolo spv cui far confluire le risorse di investitori con lo scopo di massimizzare la capacità di recupero dei crediti. Intesa Sanpaolo sarà socio di questa piattaforma, a cui dovrebbero aderire anche fondi con Fortress, Cerberus, Pimoco e Tpg-Prelios. Intesa Sanpaolo dovrebbe poi cedere un portafoglio di crediti problematici per un valore tra i 2 e i 2,5 miliardi di euro a una cordata formata da Crc e Bayview.