Una nuova conferma del fatto che il via libera alla ricapitalizzazione precauzionale di Mps potrebbe arrivare in tempi brevi arriva da Il Sole 24 Ore, che riferisce di una “accelerazione” nel confronto tra le autorità europee e quelle italiane per quel che riguarda non solamente il piano industriale di Montepaschi, ma anche quello di Banca Popolare di Vicenza e Veneto Banca. I “verdetti” di Bruxelles potrebbero arrivare in contemporanea per tutte e tre le banche o con una differenza di qualche giorno, con una “priorità” riservata a Mps, anche perché ha avviato per prima la procedura necessaria ad accedere alla ricapitalizzazione precauzionale. Il quotidiano di Confindustria indica quindi ancora nel mese di giugno il periodo in cui la Commissione europea dovrebbe far pervenire il suo “placet”. La banca toscana spera così di poter far aumentare la quota pubblica nel suo capitale prima dell’estate. 



Nel tardo pomeriggio di ieri, a mercati chiusi, Standard & Poor’s ha confermato a BBB- il rating sul debito italiano di lungo termine e ad A-3 quello di breve termine, con outlook stabile. Una notizia che è positiva anche per le banche, soprattutto per Mps, Banca Popolare di Vicenza e Veneto Banca, le cui ultime emissioni obbligazionarie sono garantite dallo Stato e hanno quindi di fatto lo stesso rating dei titoli del debito pubblico.  L’agenzi di rating ha detto anche una cosa interessante riguardante la banca toscana. E cioè che il fallito aumento di capitale di dicembre, insieme alla vittoria del No al referendum costituzionale, “non hanno avuto alcun impatto significativo avverso sulla ripresa italiana”. Ciò non toglie che sarebbe bene arrivare al più presto alla ricapitalizzazione precauzionale di Mps, cosa che potrebbe in effetti concretizzarsi entro il mese di giugno.



All’indomani del fallito aumento di capitale di Mps, a dicembre 2016, e del varo da parte del Governo del decreto salva-risparmio, con il quale sono stati messi a disposizione 20 miliardi per salvaguardare il sistema bancario italiano, da più parti si era sollevata la richiesta di istituire una commissione d’inchiesta parlamentare sulle banche in crisi, con un’attenzione particolare proprio a Monte dei Paschi di Siena. A distanza di quasi cinque mesi, ancora la commissione non è stata istituita. Il Senato ha approvare il ddl per creare un organismo bicamerale e il provvedimento ha appena ottenuto il via libera della commissione Finanze della Camera. Tuttavia pare che non potrà essere sottoposto al voto dell’aula prima del 22 maggio. Se non ci saranno particolari ritardi, quindi, è probabile che a giugno potrà finalmente costituirsi la commissione. Anche se resta da capire cosa potrà realmente fare nel lasso di tempo che avrà a disposizione.



Se, infatti, non ci saranno elezioni anticipate, che potrebbero portare allo scioglimento delle camere, la legislatura si concluderà comunque all’inizio dell’anno prossimo. Considerando poi che poco dopo il suo avvio, la commissione dovrà fermare i lavori per le vacanze estive, è facile immaginare che avrà a disposizione poco più di sei mesi per far luce sulle banche finite in dissesto. Difficile dire a quali conclusioni importanti potrà arrivare. Di certo, non si potrà pretendere che renda pubblico l’elenco dei principali debitori insolventi delle banche in crisi. Anche questa era stata una richiesta avanzati da tutti i principali partiti italiani, ma nel testo finale è stata eliminata la norma in materia.