, una volta ottenuto il via libera dalle istituzioni europee sul piano industriale e, di conseguenza, sulla ricapitalizzazione precauzionale, dovrebbe mettere sul mercato crediti in sofferenza per 37 miliardi di euro. Lo ricorda Repubblica, citando dati di Banca Ifis, secondo cui l’ammontare totale italiano di Npl che potrebbero finire sul mercato è pari a 90 miliardi, ma è verosimile che quest’anno ne siano ceduti tra i 50 e i 60 miliardi. Non è detto però che si arrivi a queste cifre, perché c’è certo l’urgenza di liberarsi di vere e proprie zavorre che impediscono di riattivare il circuito del credito, ma è anche vero che quando ci si libera di Npl occorre mettere in conto delle svalutazioni in bilancio. Perciò sarà cruciale il prezzo a cui si riusciranno a vendere, altrimenti le perdite che verranno registrate potranno influire negativamente sui conti delle banche. Il quotidiano romano cita anche Pier Paolo Masenza, Partner di Pwc, secondo cui i tempi di cessione degli Npl potrebbero allungarsi.



In ogni caso, il mercato di questi titoli starebbe per decollare e un ruolo importante potrebbe averlo il Fondo Atlante, che ha già delle trattative aperte con alcune banche, come Creval, per rilevare parte dei crediti deteriorati. Ci sono invece banche che hanno avviato propri piani di cessione degli Npl, come Unicredit, Banco Bpm e Carige. Il quotidiano romano ricorda quindi che, secondo i dati di Banca Ifis, nel primo trimestre dell’anno sono state fatte operazioni sugli Npl per 3,2 miliardi di euro e proprio a partire da giugno si dovrebbero registrare nuove transazioni importanti.

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