La Repubblica Popolare Democratica del Laos, conosciuta come la “terra di un milione di elefanti”, ha partecipato con grande spirito di avventura all’Expo 2015 a Milano facendo conoscere al mondo i propri rituali culinari e le tecniche di approvvigionamento delle materie prime. Il Laos possiede infatti un patrimonio alimentare ancora intatto grazie a un uso limitato di fertilizzanti chimici e pesticidi.



Un primo obiettivo della partecipazione è stato quello di evidenziare il legame tra la ricchezza e la biodiversità agricola del Paese, oltre che la diversità delle tradizioni, delle abitudini e dei rituali culinari. La biodiversità agricola del Paese è dovuta al suo mosaico di etnie e culture. Infatti, la popolazione vanta decine di minoranze etniche che coltivano il riso e lo utilizzano per preparare una serie di piatti che vengono gustati in molti celebrazioni che scandiscono la vita culturale. Un secondo obiettivo è stato quello di mostrare come le comunità riescono a tutelare l’ambiente garantendo alle persone una dieta di qualità che permette di rimanere sani e produttivi tenendo sempre sotto controllo il diabete, vero nemico del riso bianco.



Dalla fine degli anni Ottanta il Laos ha intrapreso un’importante riforma economica con la quale ha dato l’avvio a una politica di riconversione del sistema economico con un importante orientamento al mercato. L’economia del Laos ha mantenuto tassi di crescita del Pil costantemente alti negli ultimi due decenni, in gran parte grazie alla solida crescita dei suoi principali partner commerciali nella regione, Cina in primis.

Il Laos è sicuramente uno dei paesi della regione con la legislazione più vantaggiosa per gli investitori stranieri. Un punto molto importante è che si può essere proprietari dell’attività al 100% anche se stranieri; situazione invece che è preclusa in paesi limitrofi come la Thailandia, dove per le piccole attività si deve costituire una joint-venture in cui lo straniero deve essere sempre e comunque in minoranza rispetto a soci locali.



Il Laos ha comunque un debito estero crescente e una bilancia commerciale in passivo in quanto ancora oggi rimane uno dei paesi più poveri del mondo e si posiziona in uno degli ultimi posti relativamente all’Indice di sviluppo umano misurato dalle Nazioni Unite. Inoltre, tre quarti della popolazione vive con meno di due dollari al giorno. Le infrastrutture sono poco sviluppate e fin troppo essenziali. 

La rapida crescita economica è alimentata dall’esportazione di materie prime ed energia idroelettrica. La capitale Vientiane ha progettato una nuova diga sul Mekong per ritagliarsi nel tempo un ruolo da protagonista nel sud-est asiatico. L’impianto idroelettrico da 912 megawatt sarebbe il terzo gestito da Vientiane che vuole così diventare la “batteria dell’Asia”.

La quasi totalità della popolazione del Laos si dedica all’agricoltura stagionale coltivando e commercializzando riso, grano, patate dolci, caffè, tabacco, oltre che pescare e cacciare. Sempre meno importante è la coltivazione dell’oppio, alla quale il Laos sta rinunciando a causa delle pressioni internazionali. Vi sono importanti riserve di stagno, piombo, zinco, ferro grezzo, carbone e legno che comunque sono ancora poco sfruttate.

Il settore dell’industria e del turismo occupano un quinto circa dei posti di lavoro del Paese. Gli attrezzi per il lavoro e per le manifatture non sono meccanizzati in quanto si usa ancora l’aratro tirato da bufali. I maggiori partner economici del Laos sono Thailandia, Vietnam, Francia, Germania, Uk e Singapore e le maggiori esportazioni includono legname e prodotti in legno, indumenti, caffè e stagno.

L’agricoltura occupa ancora la maggior parte della forza lavoro e il riso è la coltura principale praticata su quasi il 70% del suolo agricolo. Altre colture commerciali come caffè, mais, frutta, cotone, sesamo completano l’elenco delle risorse più importanti per il Paese. Strategiche sono anche le risorse forestali che forniscono essenze pregiate tra cui il teak che però, se non ben gestite, possono generare insidie con i paesi confinanti. Le risorse del sottosuolo quali lignite, argento, oro, gesso, rame, stagno e zinco sono in via di sfruttamento per l’impiego di capitali stranieri.

L’economia del Laos cresce quasi come quella della Cina. Negli anni passati l’incremento del Pil ha toccato valori del 7%. Secondo gli analisti della Banca Mondiale, a favore del piccolo Paese ha giocato sia il suo sostanziale isolamento dal sistema finanziario e commerciale globale che ha mitigato l’impatto della crisi, sia una costante domanda del suo export, in particolare per il rame e l’oro.

Gli economisti avvertono però che il Paese dovrà affrontare e risolvere importanti sfide se vuole garantire una crescita sostenibile. La centralità del settore metallurgico e idroelettrico infatti non assicura uno sviluppo a lungo termine, perché i settori sono legati all’inevitabile impoverimento delle risorse naturali. Si dovrebbero quindi privilegiare l’agricoltura e le industrie a essa collegate, oltre che potenziare il terziario e il turismo. Fondamentale è lo sviluppo di risorse umane locali con un meccanismo burocratico e legislativo che stimoli investimenti privati esteri che altrimenti tardano ad arrivare.