IMps aspetta ancora un via libera definitivo da parte dell’Ue sul piano di ristrutturazione che prevede la ricapitalizzazione precauzionale, ma intanto arriva un buon segnale da Jp Morgan per l’intero sistema bancario. Nick Gartside ha infatti spiegato di ritenere che “la situazione delle banche italiane sia sotto controllo a questo punto. Ci sono ancora, certamente, dei punti di sofferenza, ma sono specifici, focalizzati sulle singole banche e assolutamente ‘incapaci’ di creare problemi sistemici. Intervistato da Affari&Finanza, l’inserto economico di Repubblica, l’International chief investment officer per il reddito fisso di Jp Morgan Asset Management, ha elogiato il caso di Banco Popular, evidenziando come sia la dimostrazione che “il nuovo regime di risoluzione funziona. È stato un ottimo test dal vivo”.
In un articolo sul suo blog contenuto nel sito del Sole 24 Ore, Marco Ferrando mette in evidenzia come la Spagna sia riuscita a risolvere in pochi giorni la crisi di Banco Popular, mentre in Italia le vicende di Mps, Banca Popolare di Vicenza e Veneto Banca vanno avanti da molto tempo. Il giornalista nota poi che anche con l’eventuale ingresso dello Stato nel capitale, queste banche italiane non avranno un altro grande gruppo che le ha acquisite (come Santander nel caso di Banco Popular) ad aiutarle a riprendersi. “In pratica: se anche sopravviveranno, come si spera, a questo passaggio, sarà solo l’inizio di un altro percorso tutt’altro che facile”, scrive Ferrando, che poi ricorda come per Montepaschi si stia riaprendo il capitolo dei crediti in sofferenza, visto che ci sono Fortresse, Fonspa e il Fondo Atlante che vorrebbero vedere al ribasso il prezzo degli Npl da cartolarizzare.
Mps ancora non ha avuto il via libera definitivo dell’Ue alla ricapitalizzazione precauzionale, ma l’accordo di principio raggiunto lascia ben sperare. Per questo Massimo Zanon ritiene che lo stesso metodo vada utilizzato per Banca Popolare di Vicenza e Veneto Banca. Il Presidente di Confcommercio Veneto, intervistato dal Mattino di Padova, ha spiegato che quanto fatto nel caso della banca toscana deve servire da esempio per sbloccare una situazione che rischia di diventare pericolosa per i dipendenti delle banche e i loro clienti. “Ci siamo fatti incastrare dalle regole europee senza sapere cosa avevamo in casa e la verità è che eravamo seduti su una bomba che è ci esplosa in mano, mentre gli altri hanno disinnescato la loro”, ha aggiunto, esprimendo la convinzione che occorra la volontà politica per risolvere la situazione.
Dopo l’accordo di principio raggiunto tra le autorità italiane e quelle europee sul piano di salvataggio, Monte dei Paschi non ha certo risolto tutti i suoi problemi, ma anzi sta cercando di farsi trovare pronta con il progetto di cessione dei crediti in sofferenza, di modo che possa poi accelerare i tempi necessari a ricominciare la propria attività con lo Stato come azionista di maggioranza, con una quota intorno al 70% del capitale. Secondo fonti riportate da Mf-Dow Jones, la banca toscana starebbe anche già lavorando all’individuazione di servicer per la gestione degli Npl. A quanto pare si stanno cercando operatori di mercato con buon livelli di recupero e che siano anche indipendenti. La scelta verrà in ogni caso effettuata una volta che sarà completata la cessione del portafoglio di Npl attraverso la cartolarizzazione che verrà operata dal Fondo Atlante insieme a Fortress e Fonspa. I servicer serviranno quindi a gestire la mole di sofferenze.
L’agenzia di stampa finanziaria sottolinea che i principali soggetti del settore in Italia sono Cerved, doBank (che però è sotto il controllo di Fortress, impegnata già nell’operazione di cartolarizzazione), Prelios Sgr, Primus Capital, Guber, Fbs e Caf. Mf-Dow Jones ricorda che Cerved ha già in discussione con Monte dei Paschi la possibile cessione di Juliet, la piattaforma di gestione degli Npl della banca. Tuttavia l’accordo siglato era poi saltato per via del fallito aumento di capitale alla fine del 2016. Cerved aveva però manifestato ancora un interesse per Juliet e con Mps stava studiando la possibilità di un nuovo accordo. Ora il nome di Cerved torna a essere accostato a quello di Monte dei Paschi, ma per un altro tipo di operazione. Vedremo quale eventualmente delle due andrà in porto.