MONTE DEI PASCHI DI SIENA. MPS E I MIGLIORAMENTI SULLE SOFFERENZE SEGNALATI DA VISCO
Mps dovrebbe riuscire a raggiungere un accordo con il Fondo Atlante, Fortress e Fonspa per la cessione dei crediti deteriorati entro la fine del mese. Ignazio Visco, durante un’audizione in Senato, ha intanto spiegato che si sta notando un miglioramento sul fronte degli Npl, grazie a “una forte riduzione dell’entrata in sofferenza”. Il Governatore della Banca d’Italia ha anche spiegato che le riforme sulla gestione dei crediti deteriorati vanno nella giusta direzione, ma è ancora presto per valutarne i risultati. Visco ha voluto anche evidenziare come sia grave “che si parli di una crisi del sistema bancario italiano perché ciò potrebbe essere strumentalizzato dai mercati”. Ha quindi sottolineato che non c’è una crisi del sistema bancario, ma “una gravissima crisi italiana che ha colpito alcune banche”. Anche se non ha fatto alcun riferimento specifico, in molti hanno pensato a Mps, Banca Popolare di Vicenza e Veneto Banca.
Come noto, oltre a Mps ci sono anche Banca Popolare di Vicenza e Veneto Banca in attesa di un riscontro da parte delle istituzioni europee per poter avviare la ricapitalizzazione precauzionale. Tra i risparmiatori delle banche venete c’è una certa preoccupazione, anche perché non è ben chiaro cosa accadrà ai detentori delle obbligazioni subordinate. La Tribuna di Treviso riporta a questo proposito le parole di Francesco Zen, docente ed esperto dell’Università di Padova, che ricorda come le alternative siano l’azzeramento dei titoli, la loro trasformazione in azioni o la riduzione del valore. “I casi di riferimento sono Etruria e Mps, il primo con ricorso all’arbitrato e il secondo non ancora del tutto chiaro nelle modalità” per i rimborsi, ha aggiunto. Le stime parlano di circa 200 milioni di titoli in mano agli investitori retail.
Lando Maria Sileoni aveva chiesto all’Abi un confronto per individuare le soluzioni migliori per le banche in crisi come Mps, Banca Popolare di Vicenza e Veneto Banca, e dall’Associazione bancaria italiana arriva piena disponibilità sul punto. Il Direttore generale Giovanni Sabatini ha risposto alla richiesta del Segretario generale della Fabi spiegando che “è assolutamente accolta, lavoreremo anche su questo”. Piena disponibilità al confronto con i sindacati è arrivata anche da Eliano Omar Lodesani, Presidente Casl Abi e chief operating officer di Intesa Sanpaolo, che ha anche detto di essere pronto a rinnovare il contratto di categoria. Sileoni aveva chiesto regole condivise, a tutela dei lavoratori, per gestire i difficili casi delle tre banche italiane in attesa di ricapitalizzazione precauzionale.
Da tempo il Movimento 5 Stelle è attento alle questioni bancarie e ha anche sollecitato in diverse occasioni la creazione di una commissione d’inchiesta parlamentare su Monte dei Paschi e gli altri istituti in situazione di crisi. A Siena, come ad Arezzo, ha cercato sempre di fare gli interessi dei risparmiatori e ora per Banca Popolare di Vicenza e Veneto Banca chiede che non siano altre banche a farsi carico del loro salvataggio, ma che intervenga lo Stato. Alessio Villarosa, a radiocolonna.it, ha infatti spiegato che un eventuale intervento di Unicredit, di Intesa Sanpaolo o concertato tra tutte le banche italiane rappresenterebbe un’inutile perdita di denaro. “L’unica possibilità è un intervento deciso dello Stato, portare i libri in tribunale e fare pulizia di tutto quel management implicato nei bilanci falsificati”, ha detto il componente della commissione Finanze della Camera. Il quale ha poi citato l’esempio delle banche inglesi dove lo Stato è intervenuto con una nazionalizzazione per poi riuscire a guadagnare dalla rivendita delle azioni.
La situazione delle due banche venete non è certo semplice ed è anche diversa da quella di Monte dei Paschi. Le autorità europee hanno chiesto che oltre allo Stato, nella ricapitalizzazione ci sia una partecipazione da parte di uno o più soggetti privati per oltre un miliardo di euro. Negli ultimi giorni sono arrivate rassicurazioni da più parti sul fatto che non ci sarà un bail-in, tuttavia non si riesce a capire quale possa essere la via d’uscita per evitare il fallimento dei due istituti di credito. Che tra l’altro hanno emesso delle obbligazioni con la garanzia dello Stato.