Occorrerà una ricapitalizzazione da 8.3 miliardi di euro a Monte dei Paschi di Siena: è questa la decisione che hanno raggiunto in maniera concorde la BCE, ovvero la Banca Centrale Europea, e la Commissione Europea per stabilire la cifra necessaria a quella che sarà a ricapitalizzazione precauzionale dell’istituto di credito, ormai da tempo in sofferenza finanziaria ma per il quale si stanno adottando tutte le misure per evitare un eventuale default. Una cifra a metà strada fra gli 8.8 miliardi inizialmente ipotizzati dalla Banca di Francoforte e gli 8 richiesti dalle autorità europee. La copertura degli 8.3 miliardi prevista sarà, nella misura di 5.8 miliardi di euro, a carico del Tesoro del nostro paese, mentre 2.5 miliardi di euro si potranno ottenere tramite il cosiddetto burden sharen, ovvero la conversione in capitale di azioni e obbligazioni subordinate delle quali sia stato prima ridotto il valore nominale. Un’operazione fondamentale per MPS che spera nel frattempo di uscire dallo stallo nella trattativa con i Fondi Atlante. (agg. di Fabio Belli)
La situazione dell’istituto di credito Monte dei Paschi di Siena è stata messa in sicurezza grazie all’ok ottenuto per quanto concerne il piano industriale sia da parte dello Stato Italiano sia da parte dell’Unione Europea. Tuttavia negli ultimi giorni sono emerse delle difficoltà che non erano state messe in conto o che quanto meno sembravano essere state ampiamente superate. Nello specifico è saltato l’accordo con i fondi Fortress e Elliott che hanno fatto sapere di non voler più discutere con l’istituto senese sulla possibile cartolarizzazione dei crediti deteriorati della stessa banca. In pratica un passo indietro abbastanza clamoroso che viene valutata come una dolorosa battuta d’arresto per i piani di risanamento. Ora resta da capire come la dirigenza di Mps vorrà gestire la situazione che si è venuta a creare ed in particolare sarà necessario capire cosa ne saranno delle cosiddette sofferenze ancora in pancia alla banca per un valore complessivo di 26 miliardi di euro. (aggiornamento di Francesca Pasquale)
Il Consiglio regionale della Toscana ha approvato all’unanimità una mozione presentata dai consiglieri del Movimento 5 Stelle Giacomo Giannarelli, Irene Galletti, Gabriele Bianchi e Andrea Quartini, per impegnare la Giunta ad aprire in tempi rapidi un tavolo sulla crisi aziendale di Monte dei Paschi, “in particolare sui riflessi occupazionali previsti dal piano industriale in discussione, al fine di garantire presenza e supporto dell’istituzione Regione Toscana in tale fase cruciale per il destino di migliaia di toscani”. La mozione chiede anche un impegno per far sì che nella Conferenza Stato-Regioni si richieda il rispetto del tetto ai compensi del manegement “non superiore a dieci volte il salario medio dei dipendenti di Mps, previsto dall’accordo di principio tra Commissione europea e Governo”.
Giannarelli, illustrando la mozione in aula, ha fatto riferimento alle indiscrezioni, mai smentite, circolate nelle scorse settimane circa un numero di possibili esuberi richiesti dalle autorità europee per Monte dei Paschi pari a circa 10.000 unità. Il consigliere pentastellato ha quindi spiegato che la mozione è stata presentata per via dei rischi occupazionali evidenti e con risvolti drammatici per la regione, considerando che potrebbero esserci 5.000 esuberi in Toscana. La mozione ha avuto il voto favorevole degli altri partiti e sienafree.it ha riportato le dichiarazioni di Claudio Borghi Aquilini, della Lega Nord, secondo cui gli esuberi sono solo il primo dei tanti effetti negativi per il territorio della crisi di Monte dei Paschi, e di Leonardo Marras, membro del Partito democratico, secondo il quale la mozione era equilibrata e pertanto era impossibile non votarla. Tocca ora alla Giunta aprire il tavolo.