MONTE DEI PASCHI DI SIENA. MPS, CDA IL 29 O IL 30 GIUGNO SUL PIANO DI RISTRUTTURAZIONE
Il piano di ristrutturazione, oggetto di trattative prolungate negli ultimi mesi, dovrebbe essere analizzato dal cda di Mps in una riunione a fine mese, probabilmente da tenersi il 29 o il 30 giugno, di modo da procedere all’invio alle autorità europee per avere il definitivo via libera. È quanto scrive l’Ansa e in effetti è plausibile che dopo il 28 giugno, data in cui scadrà l’esclusiva concessa al Fondo Atlante per la cartolarizzazione dei crediti in sofferenza, si potrà fare un punto della situazione. Quella della cessione degli Npl sembra una partita importante e la speranza è quello di chiudere realmente la trattativa entro i tempi previsti. L’agenzia di stampa parla anche di un numero di esuberi compreso tra i sei e i settemila. Il che lascia supporre che non mancheranno nuove prese di posizione dei sindacati.
Da Pier Carlo Padoan arrivano parole piene di fiducia sul futuro del sistema bancario italiano, oggi alle prese con le crisi di Mps, Banca Popolare di Vicenza e Veneto Banca, oltre che le difficoltà di Carige. Il ministro dell’Economia, intervenendo alla Repubblica delle Idee, ha dapprima ricordato gli interventi di questo e del precedente esecutivo sulle banche, dalle Gacs, alla riforma delle popolari e delle Bcc, assicurando che si continuerà ad applicare “in modo attento e concordato” la direttiva europea per la risoluzione delle banche. Quindi ha detto che “fra qualche mese avremo uno scenario molto più favorevole per il sistema bancario. E i casi critici saranno alle nostre spalle, sono molto fiducioso”. “L’Italia avrà dimostrato di aver superato la prova di un’economia bancocentrica in crisi. Ne stiamo uscendo con fatica e determinazione e collaborazione con la Ue”, ha aggiunto.
Mps continua a trattare con Quaestio Sgr per la cartolarizzazione dei crediti in sofferenza, per la quale il Fondo Atlante ha un’esclusiva fino al 28 giugno. Secondo quanto riporta Milano Finanza, i nodi su cui ci sono frizioni sono sostanzialmente tre: “il prezzo, il perimetro delle sofferenze e numero e ruolo dei servicer che saranno chiamati a gestire il pacchetto una volta venduto”. Il quotidiano finanziario scrive anche che a impuntarsi maggiormente per ora è il fondo Fortress, ma le trattative stanno comunque andando avanti. Essendoci poco più di una settimana a disposizione per raggiungere un accordo, i prossimi giorni potrebbero essere cruciali e probabilmente si capirà anche se davvero ci sono soggetti intenzionati a ritirarsi dalla trattativa.
Continuano a rincorrersi indiscrezioni e rumors su Monte dei Paschi, segno forse che nulla è ancora ben definito sul futuro della banca toscana. Ieri Il Messaggero aveva scritto che le istituzioni europee e quelle italiane erano ormai giunte a un accordo sull’ammontare della ricapitalizzazione precauzionale, che non sarebbe più dovuta essere pari a 8,8 miliardi di euro, ma a 8,3. Ciò avrebbe richiesto 5,8 miliardi da parte del Tesoro e 2,5 dall’applicazione del burden sharing. Resterebbe in ogni caso da capire quale sarebbe il destino dei possessori di bond subordinati della banca: in che modo e a quali condizioni sarebbero “rimborsati”? Resta poi aperto il tema della cessione dei crediti deteriorati. Ieri a Milano si sono incontrati i rappresentati di Mps, del Fondo Atlante e degli altri fondi interessati alla cartolarizzazione.
Secondo una fonte riportata da Reuters, la due diligence sugli Npl non sarebbe ancora terminata. Inoltre, Fortress ed Elliot si sarebbero sfilati dal negoziato, “perché non è stato trovato un accordo su termini e condizioni”. Resterebbe quindi da capire se Atlante sarebbe intenzionata ad andare avanti nella trattativa. Ci sarebbe in ogni caso tempo fino al 28 giugno, termine indicato per l’esclusiva dell’operazione. In tutto questo non bisogna dimenticare che ancora non è chiaro quanti posti di lavoro sono a rischio in Monte dei Paschi. Dopo le voci delle scorse settimane non si è saputo più nulla circa la reale entità dei tagli richiesti da Bruxelles. Il rischio è quindi quello di trovarsi poi con esuberi che farebbero scattare l’immediata protesta dei sindacati.