MONTE DEI PASCHI DI SIENA. MPS, ATLANTE PRONTO A CHIUDERE L’ACCORDO SUGLI NPL
Secondo quanto riporta Milano Finanza, sarebbe ormai chiusa la partita per la cartolarizzazione degli Npl di Mps, con il Fondo Atlante che dovrebbe sottoscrivere l’intera tranche junior per un importo di circa 1,5 miliardi, andando di fatto a esaurire la disponibilità che il fondo di Quaestio aveva ancora. Si sarebbe tenuta una riunione tra Mediobanca, Lazard e Quaestio proprio per definire lo schema dell’operazione di cartolarizzazione per la quale Atlante ha un’esclusiva valida fino al 28 giugno. Dopo il ritiro di Elliott e Fortress non si sarebbero fatti avanti altri investitori, dunque la scelta di “accollare” l’intera tranche ad Atlante appare inevitabile per far sì che l’operazione vada in porto, sbloccando il via libera europeo alla ricapitalizzazione precauzionale di Montepaschi.
Si era detto che Mps rappresentava un po’ un caso particolare nel panorama bancario europeo e che sarebbe stato il primo caso di ricapitalizzazione precauzionale, motivo per cui le istituzioni europee hanno agito con molta cautela, e continuano a farlo, per dare il via libera definitivo all’operazione. Forse non si immaginava che subito dopo a chiedere un analogo intervento sarebbero state altre due banche italiane, Banca Popolare di Vicenza e Veneto Banca. Secondo quanto riporta anche RaiNews, a Bruxelles c’è comunque un clima positivo sulle due venete, nonostante si tratti di un caso diverso da quello di Montepaschi. Forse una soluzione potrebbe arrivare prima della pausa estiva. Poco dopo il via libera al piano di Mps, visto che Alessandro Falciai ha ribadito che entro luglio potrebbe arrivare la buona notizia da Bruxelles.
Su Monte dei Paschi, come sulle altre banche in stato di crisi e per le quali servirà un intervento, anche indiretto dello Stato, come Banca Popolare di Vicenza e Veneto Banca, è stato deciso di istituire una commissione parlamentare d’inchiesta, grazie anche a un provvedimento che è stato finalmente approvato in maniera definitiva dal Parlamento. Il Movimento 5 Stelle non è però soddisfatto. “È una vergogna. Avete aspettato fino a pochi mesi dal voto. Noi avevamo depositato proposte di legge per commissioni di inchiesta sui crimini bancari o su Monte dei Paschi, tanto per dire, già all’inizio della legislatura. Voi ci arrivate solo ora con un testo che è uscito dalla commissione il 4 maggio ed ha chiuso il suo iter solamente oggi”, dicono infatti i deputati pentastellati ,ricordando che non ci sarà molto tempo per far lavorare l’organismo, se si pensa che con tutta probabilità comincerà effettivamente a operare da metà settembre.
Nella nota diffusa si ricorda come la politica abbia usato le banche come lampade magiche da strofinare per ottenere privilegi e favori per i propri amici, arrivando poi a lasciare senza risparmi coloro che avevano investito in obbligazioni subordinati delle banche fallite alla fine del 2015. I deputati del Movimento 5 Stelle tornano anche sul caso Boschi, spiegando che dal loro punto di vista è surreale la tesi secondo cui l’ex ministra, ora sottosegretaria, non si sarebbe mai occupata della banca di famiglia. “Una ricostruzione, propinata anche al Parlamento, che viene smentita quasi ogni giorno da un fatto, un elemento nuovo. In qualunque altro Paese, la sottosegretaria si sarebbe dimessa già da tempo. Soltanto in Italia, sembra che non sia accaduto nulla”, aggiungono i pentastellati, che fanno sapere che intendono ascoltare in audizione sia Ferruccio de Bortoli che Federico Ghizzoni per far luce sulla vicenda.
Ancora non c’è nessuna notizia da Bruxelles circa la decisione sul piano di ristrutturazione di Monte dei Paschi, ma continuano a rincorrersi rumors sul contenuto e le richieste che la Commissione europea starebbe facendo alla banca e alle istituzioni italiane per dare il suo via libera formale alla ricapitalizzazione precauzionale di Monte dei Paschi. Secondo quanto scrive Il Corriere della Sera, sia i manager che i dipendenti di Rocca Salimbeni dovrebbero affrontare non pochi sacrifici. “Per portare i costi a una soglia sostenibile, come richiesto da Bruxelles, il piano prevederebbe la chiusura di 350-400 filiali (su 2.100 totali) e l’uscita dal Montepaschi di poco meno di 5.000 dipendenti (dovrebbero essere 4.800) in Italia e di altri 700 nelle filiali estere. Si tratta del 20% della forza lavoro”, scrive il quotidiano di via Solferino.
Che poi aggiunge che anche i manager della banca toscana dovranno fare un sacrificio, dato che i loro stipendi verranno parametrati su quelli dei dipendenti. “Secondo questo calcolo Morelli andrà a guadagna 420 mila euro lordi l’anno, omnicoprensivi”, scrive il Corriere della Sera, evidenziando come lo scorso anno il Ceo abbia ricevuto complessivamente 1,4 milioni di euro. “La soglia vale anche per i top manager, ai quali verrebbe corrisposta una retribuzione media di circa 300-320 mila euro lordi”, si legge ancora. Di certo i sindacati attendono di avere notizie ufficiali, anche perché da tempo stanno avvisando che in caso di licenziamenti superiori a quelli concordati alla fine dello scorso anno sono pronti a dare battaglia.