MONTE DEI PASCHI DI SIENA. MPS E LA CESSIONE DI JULIET
Se effettivamente è stato raggiunto un accordo tra Mps e il Fondo Atlante per la cartolarizzazione dei crediti deteriorati, Milano Finanza non dimentica che legata agli Npl c’è anche la piattaforma Juliet, per la quale la banca toscana aveva già aperto una trattativa, con un’offerta poi annullata in seguito al fallito aumento di capitale di dicembre, con Cerved. Nelle scorse settimane era stata prorogata l’offerta, ma cosa accadrà ora che Montepaschi si libererà del portafoglio di Npl? Probabilmente la cessione di Juliet dovrebbe essere lo stesso portata a termine. Alla piattaforma verrebbero assegnati poi gli Npl che verranno a crearsi in futuro. Non resta quindi che vedere se le cose andranno effettivamente così e se l’operazione relativa a Juliet verrà completata e a quali condizioni economiche.
In un articolo pubblicato su Lavoce.info viene commentato quanto accaduto a Banca Popolare di Vicenza e Veneto Banca, ricordando come la soluzione individuata dal Governo liberi anche risorse che il Fondo Atlante potrà utilizzare per la cartolarizzazione degli Npl di Mps. “La vicenda conferma una tendenza nella gestione delle crisi bancarie italiane degli ultimi anni. Le autorità provano a rimandare le soluzioni e spesso lasciano che considerazioni politiche prevalgano sulle istanze economiche. L’abbiamo visto con il ritardo nella ricapitalizzazione di Mps, avvenuta solo dopo il referendum costituzionale, nella creazione di Atlante e nello sforzo impari di proteggere i possessori retail di obbligazioni subordinate, a cui semplicemente quei prodotti non avrebbero dovuto essere venduti. Oggi lo vediamo nei generosi aiuti per la liquidazione delle banche venete”, mette in evidenza l’autrice dell’articolo, Silvia Merler.
Scade oggi l’esclusiva concessa al Fondo Atlante per la cartolarizzazione degli Npl di Mps. A quanto pare, però, un accordo è già stato siglato. Secondo Repubblica, addirittura un paio di giorni fa. Reuters riferiva ieri di alcuni dettagli ancora da definire, ma una fonte vicina al dossier avrebbe spiegato che “il grosso è fatto”. Atlante dovrebbe utilizzare la liquidità rimasta in cassa, grazie anche al fatto di non dover intervenire più su Banca Popolare di Vicenza e Veneto Banca. Resta da capire a quanto avverrà la cessione dei crediti deteriorati, perché la maggioranza dei quotidiani parla del 21% del valore nominale, mentre Il Sole 24 ore parla del 20,5%. Si tratta in ogni caso di un valore inferiore al 27% che Atlante era disposto a sborsare meno di un anno fa, quando si lavorava a un’operazione con capitali privati.
Sembrano esserci buone notizie per i dipendenti di Banca Popolare di Vicenza e Veneto Banca. Dopo il decreto del Governo per mettere in sicurezza le due banche venete, infatti, Carlo Messina, amministratore delegato di Intesa Sanpaolo, il gruppo in cui i due istituti confluiranno, ha spiegato che nessun dipendente rischia il licenziamento. Il manager ha infatti spiegato che ci saranno prepensionamenti e uscite volontarie. Lando Maria Sileoni ha accolto con favore questa notizia, rilevando che “non ci saranno traumi perché nessun lavoratore perderà il posto di lavoro e tutto sarà gestito attraverso uscite volontarie, un sistema che ha assicurato in questi 10 anni anche un importante ricambio generazionale all’interno dei gruppi bancari italiani”.
Il Segretario generale della Fabi si aspetta ora “una convocazione da parte di Intesa Sanpaolo per tutelare al meglio i lavoratori delle due banche venete. L’intervento del Gruppo guidato da Carlo Messina garantirà stabilità all’intero settore bancario, anche se siamo consapevoli che adesso ci attendono altre due importanti vertenze sindacali nel Gruppo Monte dei Paschi e in Carige”. Per quanto riguarda la banca toscana, infatti, ancora non è arrivato il via libera definitivo delle autorità europee al piano industriale e non si sa se effettivamente Bruxelles abbia intenzione di pretendere un aumento dei tagli a personale e filiali rispetto a quanto previsto alla fine dello scorso anno. I sindacati, quindi, restano giustamente in allerta, anche perché non dovrebbe mancare molto a un verdetto definitivo su Monte dei Paschi.