Volare a meno di 300 euro andata e ritorno per gli Stati Uniti sta diventando la normalità. Il lancio da parte di Norwegian di nuovi servizi low cost da Roma Fiumicino non deve quindi sorprendere. Sorprendono forse le offerte di collegamento dall’Irlanda agli Stati Uniti a 60 euro e queste sono già realtà. La decisione della compagnia norvegese era comunque nell’aria (lo avevamo anticipato su queste pagine nell’agosto del 2016). I continui investimenti del vettore per l’ampliamento della flotta a lungo raggio preannunciavano questa strategia. Prezzi dei biglietti sotto i 100 euro tra Europa e Stati Uniti potranno diventare ben presto qualcosa di normale nel settore aereo.
Norwegian è uno dei nuovi operatori cresciuti nell’epoca delle liberalizzazioni. Sono proprio queste compagnie che stanno rivoluzionando il mercato aereo. Dal grafico più in basso emerge chiaramente che la flotta di Norwegian si sta rinforzando molto nel settore a lungo raggio (B788 e B789), intuendo le potenzialità di questo mercato. Se nel 2013 aveva solo tre aeromobili di questa tipologia (Dreamliner), nel 2018 ne avrà 28, vale a dire una flotta a lungo raggio superiore a quella di Alitalia. Nel frattempo, entro il 2018 avrà anche in flotta ben 12 Boeing 737 Max, con i quali coprirà delle rotte tra l’Irlanda e la costa Est degli Stati Uniti.
Il contribuente italiano ha appena messo 600 milioni di euro in Alitalia e l’arrivo di una maggiore concorrenza accresce la probabilità di non rivedere mai più quei quattrini. Non c’è solo la concorrenza di Norwegian. Ryanair ha appena annunciato l’avvio di un hub proprio nello scalo romano, permettendo di comprare un biglietto unico con i voli in connessione su Roma. Evidentemente le compagnie vedono la debolezza di Alitalia e stanno attrezzandosi per conquistare quote di mercato.
È bene fare un piccolo raffronto tra Alitalia e Norwegian per capire gli sviluppi futuri del mercato.
Da un punto di vista di offerta (Ask), i due vettori sono comparabili. Andando invece ad analizzare la domanda (Rpk), Norwegian è circa il 17% più grande di Alitalia. Com’è possibile questo? Come ripetiamo spesso, Alitalia è debole da un punto di vista di ricavi e il suo load factor è 10 punti percentuali inferiore a quello di Norwegian.
Alitalia ha dei ricavi non dissimili da quelli di una compagnia low cost, pur non avendone i costi. Norwegian, pur essendo una compagnia svedese con spese presumibilmente a livello dei Paesi scandinavi, ha costi ben inferiori a quelli di Alitalia. Il costo per posto chilometro offerto (Cask) è infatti di 5 centesimi di euro, contro i 6,2 centesimi di Alitalia. Ecco perché Norwegian chiude in utile a fine anno, mentre Alitalia continua a bruciare centinaia di milioni di euro.
Le low cost a lungo raggio rappresentano un ulteriore pericolo per la compagnia aerea italiana, soprattutto se continuerà a ricorrere all’aiuto del contribuente anziché provare a innovare. Per Alitalia questo rischio sarà maggiore in quanto Norwegian attaccherà un segmento, quello leisure, che non ha bisogno di un grande frequenza. Norwegian già opera ad esempio da Londra o Parigi, ma da tali aeroporti, i vettori di riferimento Air France e British Airways hanno una buona frequenza di voli verso il Nord America, riuscendo a coprire al meglio la clientela business, quella più ricca. Alitalia è invece debole e ha poca frequenza e proprio per tale ci deve essere preoccupazione da parte dei Commissari per questo nuovo lancio competitivo.
È interessante infine un’altra questione: sta iniziando la concorrenza tra low cost a lungo raggio. È il caso dello scalo di Barcellona (aeroporto dalle dimensioni simili a Roma Fiumicino) dove Fly Level (del gruppo Iag) e Norwegian competono sul lungo raggio. In questo mercato molto competitivo, dalle innovazioni continue, Alitalia sembra essere molto la preda e non certo la cacciatrice. E Roma Fiumicino, hub di riferimento della compagnia italiana, sarà sempre più terra di conquista per operatori più efficienti.