Mps non ha ancora fatto sapere se ci saranno più esuberi del previsto con il via libera dell’Ue al piano di ristrutturazione, nonostante un accordo di principio sia stato raggiunto. Tuttavia c’è chi chiede che 89 lavoratori esternalizzati vengano reintegrati. La Gazzetta di Mantova riporta infatti la parole dell’avvocato Riccardo Bolognesi, che ha seguito gli ex lavoratori mantovani del gruppo che sono stati “ceduti” a Fruendo nel 2013. Una cessione che è stata dichiarata illegittima dalla Corte d’Appello di Brescia. Montepaschi intende però, a quanto pare, ricorrere in Cassazione. Bolognesi segnala che tra i suoi assistiti ci sono lavoratori che avrebbero il diritto di accedere al fondo di solidarietà di Mps per andare in pensione, ma non potranno farlo fino all’effettiva reintegrazione.
In queste ore è stato trovato un importante accordo di massima tra Il Tesoro Italiano e la Commissione UE per dare il via al piano di salvataggio e risanamento per la Monte dei Paschi di Siena. Un piano che prevede soprattutto una importante ricapitalizzazione con intervento da parte dello Stato. Ma che cosa accadrà per risparmiatori e investitori? La distribuzione delle perdite, secondo quanto analizzato da Il Sole 24 Ore, si è fermata ai detentori investitori istituzionali di azioni e prestiti subordinati, non ha coinvolto i possessori dei senior bond. Insomma sembra che la ricapitalizzazione possa essere vista per i risparmiatori come un’ottima notizia che hanno anche depositi al di sopra dei 100 mila euro. Invece la ricapitalizzazione di fatto fa perdere agli investitori istituzionali il proprio capitale sotto forma di bond subordinati. Tuttavia nel caso specifico i prezzi delle obbligazioni subordinate stanno risalendo grazie ad un prospettiva maggiormente favorevole per il comparto bancario. (aggiornamento di Francesca Pasquale)
La situazione dell’istituto di credito della Monte dei Paschi di Siena sembra andare verso una importante schiarita grazie all’intesa trovata tra il Tesoro Italiano e gli emissari della Commissione UE. Un accordo di massima che è stato salutato con soddisfazione da tutti ed in particolar modo dal direttore generale della Banca d’Italia Salvatore Rossi che durante un’intervista rilasciata al quotidiano Il Sole 24 Ore ha sottolineato: “È certamente un accordo positivo che permette finalmente di risolvere un problema dopo molto tempo, forse troppo tempo. Erano anche molti i soggetti che hanno partecipato all’accordo, un accordo che è innanzitutto tra Governo e commissione, i due protagonisti. I risparmiatori possono stare più tranquilli, la banca è avviata su un sentiero di risanamento definitivo, in realtà è una banca già molto risanata. È una buona notizia per tutti innanzitutto per i risparmiatori, con lo stato italiano che mette parecchi soldi nel capitale dell’istituto”. (aggiornamento di Francesca Pasquale)
La strada verso ricapitalizzazione precauzionale di Monte dei Paschi è in discesa. L’accordo di principio raggiunto da Pier Carlo Padoan e Margrethe Vestager rappresenta uno snodo importantissimo per i destini della banca toscana. Ora bisognerà solo raggiungere il via libera formale da parte di Bruxelles. Non si tratterà tuttavia di una “passeggiata”. La stessa commissaria europea alla Concorrenza ha infatti spiegato che “Mps affronterà una profonda ristrutturazione per assicurare la sua sopravvivenza, inclusa la pulizia di bilancio dai suoi crediti deteriorati”. Perché da Bruxelles arrivi il disco verde all’operazione occorre che la Banca centrale europea certifichi la solvibilità di Monte dei Paschi e il rispetto dei requisiti patrimoniali richiesti. Questo non dovrebbe essere un problema. Come pure l’ottenere un impegno formale da parte di privati per l’acquisto dei crediti deteriorati della banca. Tanto che l’accordo di esclusiva con il Fondo Atlante per l’operazione di cartolarizzazione esiste già.
Diverso il discorso relativo ai tagli dei costi (ovvero personale e filiali) su cui pareva esserci un braccio di ferro tra le parti. Evidentemente la situazione si è sbloccata, ma ancora non si sa con quali conseguenze. È invece certo che i manager della banca vedranno i propri compensi limitati da un tetto legato al salario medio dei normali dipendenti. Resta poi il tema dei rimborsi per i detentori di obbligazioni subordinate della banca toscana: a quanto pare solamente i piccoli risparmiatori potranno chiedere una compensazione nel caso dimostrino di non essere stati adeguatamente informati sui rischi dell’investimento. La compensazione dovrebbe avvenire attraverso altri strumenti finanziari: bond senior piuttosto che azioni.