MONTE DEI PASCHI DI SIENA. MPS, CDA SUL PIANO DI RISANAMENTO

È in programma quest’oggi un consiglio di amministrazione di Mps che dovrà con tutta probabilità esaminare la versione finale del piano di risanamento della banca da trasmettere poi alla Dg Comp della Commissione europea per avere il via libera formale alla ricapitalizzazione precauzionale. Dopo aver concluso l’accordo con il Fondo Atlante per la cartolarizzazione degli Npl, che sarebbe già stato trasmesso a Bruxelles, secondo quanto riporta Il Messaggero, non ci sarebbero di fatto più scogli ormai da superare per avere il disco verde delle autorità comunitarie. Con tutta probabilità entro la prossima settimana si potrà finalmente considerare chiusa la trattativa con l’Europa. Anche se sarà importante riuscire a capire tutti i dettagli del piano che dovranno essere messi in atto, compreso il numero di esuberi e di sportelli da tagliare. Tema che, come comprensibile, sta molto a cuore ai sindacati.



Come noto, Banca Popolare di Vicenza e Veneto Banca verranno acquistate da Intesa Sanpaolo alla cifra simbolica di un euro, senza che di fatto vi sia un aggravio per il bilancio di Ca’ de Sass. In un articolo su ilcittadinoonline.it si ricorda che “grazie alla legge che le ha consegnato per 1 euro tutto il buono che c’era nei due istituti veneti, Banca Intesa da lunedì è volata in Borsa guadagnando in termini di capitalizzazione anche 500 milioni di euro. Una bella operazione che arricchisce una società privata con denaro pubblico. L’Unione europea ha benedetto l’operazione affermando che tutti i crismi di legalità sono stati rispettati”. Quindi, viene scritto che forse sarebbe stato meglio cercare di “deviare il regalo a Banca Intesa verso il Monte dei Paschi di Siena”. Questo avrebbe consentito anche di far rimanere “il regalo” nel perimetro pubblico, migliorando i fondamentali della banca toscana e ridotto gli oneri di ricapitalizzazione.



La vicenda di Mps dovrebbe presto arrivare a una conclusione positiva: servirà il via libera formale delle autorità europee alla ricapitalizzazione precauzionale prima di poter cantare vittoria. Nel caso di Banca Popolare di Vicenza e Veneto Banca bisognerà invece che ci sia la conversione del decreto varato dal Governo. Le Lega Nord sembra volersi opporre al provvedimento e Giuseppe Algeri, Segretario Coordinatore del Coordinamento dei Rappresentanti della Fabi del Gruppo Veneto Banca, cerca di richiamare i rappresentanti del Carroccio ad avere un atteggiamento responsabile, visto che ci sono persone che rischiano di ritrovarsi altrimenti senza più lavoro. Vvox.it riporta anche le dichiarazioni del Segretario generale della Fisac-Cgil, Agostino Megale, che ricorda il disastro che potrebbe verificarsi nel caso di bocciatura del decreto: “Non solo saltano 11.600 posti di lavoro, ma nella procedura di risoluzione sono correntisti e azionisti che pagano”.



Per Monte dei Paschi sembra vicino il via libera definitivo alla ricapitalizzazione precauzionale. Con tutta probabilità tra oggi e domani il cda della banca toscana mettere a punto la documentazione da inviare a Bruxelles per avere l’ok formale all’operazione dopo aver concluso l’accordo per la cartolarizzazione degli Npl con il Fondo Atlante. Intanto Carige dovrebbe chiudere entro la prossima settimana, secondo quanto scrive Il Sole 24 Ore, la cartolarizzazione dei suoi crediti deteriorati, pari a circa 938 milioni di euro, con l’utilizzo della Gacs, a un prezzo di vendita intorno al 31% di quello nominale. In questo modo la banca ligure cerca di accelerare il processo di risanamento, anche perché con la risoluzione dei problemi di Monte dei Paschi, Banca Popolare di Vicenza e Veneto Banca, Carige si ritroverà con gli occhi puntati addosso. Il quotidiano di Confindustria spiega che sta tornando in auge l’idea di cedere il patrimonio immobiliare della banca e alcune partecipazioni, così da ricavare circa 800 milioni di euro.

L’amministratore delegato Paolo Fiorentino vorrebbe poi puntare a una valorizzazione delle attività di recupero delle sofferenze, oltre che al rafforzamento patrimoniale. Su questo punto si tratterà di capire se la Bce vorrà imporre un aumento di capitale di 800-900 milioni di euro o se invece i vertici di Carige riusciranno a “cavarsela” alzando in ogni caso l’asticella dei 450 milioni annunciati qualche tempo fa. Secondo Il Sole 24 Ore, Vittorio Malacalza sembra intenzionato a non voler diluire la sua quota del 17,58% e quindi parteciperà senz’altro all’operazione.