I dati sono datati: “Nel 2016 più della metà della ricchezza globale sarà in mano all’1% della popolazione del mondo”. A dirlo è il rapporto Grandi disuguaglianze crescono di Oxfam. Secondo il report stilato dalla confederazione di ong, entro due anni la ricchezza detenuta dall’1% della popolazione mondiale supererà quella del restante 99%. Una disuguaglianza in continua crescita, visto che la quota di ricchezza nelle mani dell’1% della popolazione del pianeta è aumentata in maniera costante dal 2009 (quando una élite deteneva una quota di ricchezza pari al 44%) al 2014, anno in cui la percentuale è arrivata al 48%.
Dati i dati, li leggi e ti imbufalisci: ma come? Ma pork…! Poi, ti calmi e fai quattro conti. Dunque, ci sono i dollari a go, gò: le riserve di capitale del settore tecnologico statunitense hanno fatto registrare lo scorso anno una cassa di 1000 miliardi di dollari. Apple, da sola, ha un tesoretto record di 250 miliardi. La somma è superiore alle riserve estere di Regno Unito e Canada messe insieme. Oltre il 90% è fuori dagli Usa. Poi ci sono i debiti a go gò degli altri americani, quelli che si sono indebitati a marzo a un ritmo deciso. Il credito al consumo è salito a un tasso annualizzato del 5,2% o di 16,43 miliardi di dollari sul mese precedente. Lo hanno scritto quelli della Federal Reserve. Gli analisti si aspettavano un incremento di 13 miliardi di dollari. Il dato di febbraio è stato rivisto a un aumento di 13,8 miliardi da 15,2 miliardi calcolato in precedenza. Il debito associato alle carte di credito è salito a un passo annualizzato del 2,4%. I debiti legati a prestiti studenteschi o per l’acquisto di un’auto, il cosiddetto credito non-revolving, sono aumentati al tasso annuale del 6,2%.
Toh, ci sono quelli prosperi e quelli miseri. Beh, quando il meccanismo di trasferimento della ricchezza – generata dalla crescita – ai soggetti economici mal trasferisce, questo è il minimo che possa capitare. Sì, il minimo, perché il massimo si ottiene quando in giro c’è chi ha più di quanto vuole, può, deve spendere e chi a meno e ha lo stesso compito di dover fare la crescita con la spesa. Sì, la crescita si fa con la spesa, non con la produzione né con il lavoro! In questo andazzo si scorge una cattiva allocazione delle risorse e per l’amordiddio questa non è questione di natura etica, questo è un reato economico. Viene commesso da chi non spende di quanto dispone, per fare tutta la spesa possibile e da chi non dispone del denaro sufficiente per fare la spesa.
Nell’economia dei consumi, l’inefficiente trasferimento della ricchezza agli operatori di mercato, reitera il reato.