MONTE DEI PASCHI DI SIENA. MPS E IL COSTO PER IL SALVATAGGIO DELLE BANCHE ITALIANE
Volendo ritenere che la crisi bancaria in Italia, dopo il via libera alla ricapitalizzazione precauzionale di Mps e il decreto su Banca Popolare di Vicenza e Veneto Banca sia effettivamente terminata come ha spiegato Pier Carlo Padoan, quanto è costata al Paese? Secondo quanto scrive Il Fatto Quotidiano ben 68 miliardi di euro. “Prese le sette banche ‘salvate’, è questa la somma del valore delle azioni e delle obbligazioni vaporizzate, degli aumenti di capitale di Mps bruciati, degli interventi dello Stato e del contributo del sistema bancario, che comprende anche parti di denaro pubblico come i 500 milioni immolati dalla Cassa Depositi e Prestiti o i 260 milioni offerti da Poste Vita”, si legge in un articolo di Carlo Foggia e Giorgio Meletti. Gli autori ricordano anche che non si tratta di soldi “bruciati”: “Il denaro non si crea e non si distrugge, ma passa da una tasca all’altra. In questa storia c’è gente rovinata mentre qualcuno si è molto arricchito”.
MONTE DEI PASCHI DI SIENA. MPS E LE PAROLE DI PETRIGNANI (QUAESTIO SGR)
Paolo Petrignani non nasconde che arrivare a chiudere l’accordo per la cartolarizzazione degli Npl di Mps non è stato semplice, tuttavia quel che importa è il risultato, visto che si tratta di una delle più grandi cartolarizzazioni in Europa, che avviene oltretutto a condizioni di mercato. L’amministratore delegato di Quaestio Sgr, intervistato da Il Sole 24 Ore, spiega di attendersi un tasso di rendimento compreso tra l’8% e il 12% dall’operazione. “E comunque rendimenti sopra il 12% verrebbero retrocessi per il 50% a Mps”, ha aggiunto, avvisando tuttavia che esiste “un alto livello di rischio di execution. Basta una diminuzione del 10% dei recuperi perché i rendimenti siano azzerati”. Petrignani ha anche spiegato che sono stati avviati dei colloqui per cercare altri investitori all’operazione, che possono essere interessati al recupero crediti con buone possibilità di guadagno, se si pensa che la trance mezzanina prevede una cedola dell’8%.
Il via libera dell’Ue al piano industriale di Mps che prevede la ricapitalizzazione precauzionale sta portando a un rialzo delle quotazioni delle obbligazioni subordinate sul mercato otc non regolamentato. Lo segnala Il Sole 24 Ore, riportando indicazioni di operatori, che parlano di uno spunto al rialzo, per esempio “il bond subordinato tier2 a tasso fisso Mps 7% scadenza marzo 2019. Un bond emesso per 500 milioni e che rientra tra quelli che saranno sottoposti a burden sharing. Il titolo a inizio settimana, prima della notizia ufficiale del via libera di Bruxelles, scambiava a 39,25 con un rendimento dell’87%”, mentre venerdì “è stato scambiato a 43 con un rendimento sceso al 79%”. Un rialzo si è avuto anche per il bond upper tier2 decennale 2018, che a giugno veniva scambiato a 27 centesimi e ora ha superato i 43.
Toni rassicuranti usati da Pier Carlo Padoan, che dopo il via libera delle autorità europee al piano industriale di Monte dei Paschi e al decreto sulle banche venete ha detto che “non ci sono altri focolai di crisi”, non sono piaciuti a Elio Lannutti, che in una nota evidenzia che “quando parla il ministro Padoan di stabilità e solidità del sistema bancario, meglio ricorrere agli scongiuri”. Il Presidente dell’Adusbef ha ricordato come nell’ottobre del 2014 il ministro avesse detto che “il sistema bancario è solido e privo di rischi. La solidità del nostro sistema bancario, la sua piena funzionalità ed efficienza nel più ampio contesto europeo sono elementi chiave ai fini della tutela del risparmio”. Quindi, ha citato quanto detto da Padoan in un question time al Senato del febbraio 2016: “Il sistema bancario italiano è solido e sicuro, anche se è stato interessato nelle ultime settimane da volatilità”. Ad agosto dello stesso anno, alla Camera affermava che “gli stress test mostrano un sistema bancario solido”.
A ottobre, invece, in un’intervista alla Cnn, spiegava che “il sistema bancario italiano è solido. Gli npl sono molti, ma non tanti quanti a volte leggo in giro”. Infine, lo scorso gennaio ha ribadito ancora una volta che le banche italiane sono solide. Evidentemente, però, visti gli interventi che si sono resi necessari la solidità non era poi così alta. Lannutti ha voluto anche ricordare come il ministro avesse, nell’agosto dello scorso anno, detto di ritenere come “non possa e debba esserci alcuna ingerenza sulle scelte gestionali e operative delle casse previdenziali”. “Abbiamo visto com’è andata a finire”, è il commento del Presidente Adusbef.