MONTE DEI PASCHI DI SIENA. MPS, VERSO LA CESSIONE DI MONTE PASCHI BELGIO
In Italia si parla poco degli effetti del piano industriale di Mps all’estero, ma già in Svizzera si ricorda che ci saranno chiusure di sportelli o persino dismissioni, come nel caso della controllata Monte Paschi Belgio. Tio.ch ricorda che comunque è già da oltre un anno che era stato dato incarico di trovare un acquirente per la società belga, ma finora non è stata trovata un’offerta ritenuta “congrua” da Siena. Non è da escludere che a comprare la banca belga possa essere un istituto britannico, interessato ad avere una “base” nell’Ue una volta che avrà preso corpo la Brexit. La Banca Monte Paschi Belgio ha ben quattro agenzie a Bruxelles e altre due presso il quartier generale e il comando della Nato, e pare che abbia chiuso il primo semestre dell’anno in attivo.
MPS, LE PAROLE DI PESCO (M5S)
Daniele Pesco è intervenuto ai microfoni di Radio Cusano Campus parlando di banche e non ha potuto fare a meno di notare che nel caso di Mps i contribuenti pagheranno, ma “lo Stato diventa proprietario di una banca, cosa che invece non avviene con le banche venete”. Secondo il deputato del Movimento 5 Stelle questa differenza è dovuto al fatto che nel dissesto di Banca Popolare di Vicenza e Veneto Banca non c’è una responsabilità politica del Pd, che invece è presente nel caso di Montepaschi. Quindi quest’ultima è stata trattata meglio. Pesco ha anche spiegato che le condizioni poste dall’Europa sulle due banche venete hanno di fatto favorito indirettamente Intesa Sanpaolo. “Le condizioni che ha chiesto Intesa sono condizioni molto favorevoli. Sono curioso di sapere se anche ad altre banche hanno proposto le stesse condizioni”, ha aggiunto.
MPS E GLI NPL ITALIANI ANCORA DA SMALTIRE
Dopo la cartolarizzazione dei crediti in sofferenza di Monte dei Paschi, oltre che la cessione di quelli in capo a Unicredit, il livello degli Npl delle banche italiane è sceso di non poco, tuttavia resta ancora molto da fare su questo fronte per il nostro Paese. Il Sole 24 Ore ricorda che entro la fine dell’anno si saranno realizzate in Italia cessioni di Npl per circa 60-70 miliardi, ma il nostro Paese resterà tra quelli con il più alto stock di crediti in sofferenza. Secondo i dati dell’Eba, nel primo trimestre del 2017 c’è stata una diminuzione dell’Npl ratio al 14,8% dal 15,3% del trimestre precedente, ma si resta ancora lontani dal dato medio europeo, pari al 4,8%. Il quotidiano di Confindustria specifica che il segmento corporate e Pmi resta la maggiore componente delle sofferenze lorde, con un’incidenza del 73% a fine 2016.
Dopo le operazioni compiute nella prima parte dell’anno, le prospettive per il secondo semestre, secondo Fedele Pascuzzi, di PricewaterhouseCoopers, “mostrano un panorama molto variegato e dinamico”, con diversi portafogli in fase di preparazione e l’interesse vivo da parte del mercato. Banca Popolare di Vicenza e Veneto Banca dovranno cedere alla bad bank pubblica i loro Npl, pari a 16,8 miliardi. Anche Banco Bpm ha in programma la cessione di un portafoglio di Npl per 2 miliardi. E c’è anche Carige che dovrebbe liquidare delle sofferenze per 3,7 miliardi. Non bisogna infine dimenticare lo stock di Npl pari a 10,3 miliardi di Banca Etruria, Banca Marche, CariFerrara e CariChieti che sono in capo alla bad bank Rev e che dovrebbero essere ceduti, almeno in parte, quest’anno.