MPS, ALTA INCIDENZA DEGLI NPL SUI CREDITI
Affari & Finanza, l’inserto di Repubblica, ha ripreso i dati di Value Partners relativi agli aggregati di bilancio dei primi sette gruppi bancari italiani. Unicredit risulta, grazie alle cessioni fatte sotto la guida di Jeanne Pierre Mustier, quello con minor incidenza dei crediti deteriorati sul totale dei crediti alla clientela, nonché quello con maggiore “copertura” degli Npl. Mps risulta purtroppo la banca messa peggio tra quelle in esame, con un’incidenza dei crediti deteriorati sul totale pari al 35,7% (il dato di Unicredit si attesta all’11,4%). I dati si riferiscono al primo trimestre del 2017 e dunque degli effetti della cartolarizzazione degli Npl di Mps che verrà portata a termine da Atlante ancora non si vedono. A livello di copertura degli Npl, Montepaschi è invece al secondo posto, con il 56,1%, contro il 56,3% di Unicredit.
MPS LANCIA UNA POLIZZA LEGATA AI PIR
Mps attende che divenga effettiva la ricapitalizzazione precauzionale essenziale per la propria messa in sicurezza. Nel frattempo non sta certo con le mani in mano e ha anzi deciso di ampliare la propria offerta di prodotti legati ai Pir. Milano Finanza parla infatti di Unit Multifondo Italia-Pir, che è una polizza, realizzata insieme ad Axa, che ha anche in vantaggi tipici dei Piani individuali di risparmio. Lodovico Mazzolini, responsabile della direzione retail di Montepaschi, spiega che il cliente ha di fatto la possibilità di “costruire il proprio portafoglio scegliendo uno o più dei tre nuovi fondi interni disponibili, con la possibilità di modificare la strategia variando la ripartizione degli investimenti sui diversi fondi disponibili senza perdere il beneficio fiscale offerto dal Pir”. Nei prossimi mesi la gamma di prodotti Pir compliant di Mps dovrebbe essere ampliata, vista anche la crescente richiesta dei risparmiatori.
I VANTAGGI DI UN RIALZO DEI TASSI
Il recente aumento dei rendimenti dei titoli di stato sta facendo pensare che sia vicina una svolta importante nei tassi di interesse. Se effettivamente, specie da parte della Banca centrale europea, ci fosse l’inizio del tapering e si parlasse apertamente di fine dei tassi zero, certamente potrebbero esserci conseguenze importanti, anche per il settore bancario. Secondo Milano Finanza, i titoli delle quotate potrebbero trarre benefici dalle aspettative di un aumento del margine di interesse, che potrebbe anche far crescere gli utili degli istituti di credito. Com’è facilmente intuibile, nel caso dovesse registrarsi un simile trend, anche Mps potrebbe trarne beneficio, sempre che si riesca a rispettare la tabella di marcia che prevede il ritorno alle contrattazioni a Piazza Affari a settembre.
VALENTINI: COMMISSIONE D’INCHIESTA NON RESTI LETTERA MORTA
Bruno Valentini chiede che Monte dei Paschi torni a essere forte e che recuperi clienti e risparmi perduti. Questo perché “solo una banca che fa utili dà la garanzia che la direzione resti a Siena”. Il Sindaco della città toscana ha infatti ricordato che se oggi la direzione di Montepaschi resta a Siena, “visto che la compagine generale cambierà quando in prospettiva uscirà lo Stato, questo non è un dato acquisito per sempre”. Valentini ha in ogni caso spiegato che la Fondazione Mps, che è ancora azionista, seppur con una quota minima, “non potrà essere determinante nelle scelte strategiche, ma lo sarà in termini d’influenza perché comunque rappresenta le istanze del territorio”.
Poi, secondo quanto riporta ilcittadinoonline.it, ha evidenziato la necessità che la commissione parlamentare d’inchiesta su Monte dei Paschi e le banche “non rimanga lettera morta”, in modo che “sia punito con pene adeguate ed esemplari chi ha fatto scelte sbagliate con perdite per miliardi di euro per la banca, per gli azionisti, per i dipendenti e per il territorio. I danni sono evidenti per l’economia senese, toscana e nazionale”. La legge che istituisce la commissione parlamentare ieri è stata firma da Sergio Mattarella. Nei giorni scorsi non erano mancate pressioni per accelerare i tempi, ma dal Colle era stato fatto notare che il Capo dello Stato era tornato dal viaggio di Stato in Canada il 3 luglio e che il provvedimento richiedeva senza dubbio una scrupolosa e attenta verifica.