TEMPI STRETTI PER I DECRETI SULLA RICAPITALIZZAZIONE

A breve dovrebbero arrivare i decreti per disciplinare la ricapitalizzazione precauzionale di Mps. Secondo Milano Finanza, il consiglio di amministrazione sarebbe già stato allertato e in tempi molto stretti potrebbero essere emanati i provvedimenti. Questo perché in base ai decreti sarà possibile “riscrivere” i risultati del primo semestre dell’anno, dove sarà importante quantificare gli effetti della cessione dei crediti in sofferenza. Considerando che mercoledì il cda di Rocca Salimbeni è già chiamato ad approvare i conti al 30 giugno, è facilmente prevedibili che lo faccia con già incorporati gli effetti dei decreti. Ecco perché si desume che gli stessi arrivino in tempi brevi, così da dare modo ai vertici della banca di approvare i conti nella loro versione “corretta”: infatti ci sarà una minusvalenza che andrà coperta con patrimonio proprio da ricostituire in tempi ridotti attraverso la ricapitalizzazione precauzionale.



50.000 POSTI IN MENO NEL SETTORE TRA IL 2007 E IL 2023

A seguito dell’approvazione del piano industriale da parte delle autorità europee, in Mps sono previsti 5.500 esuberi circa entro il 2021, sebbene volontari. Numeri che contribuiscono a una situazione di perdita di posti di lavoro nel settore bancario che sembra inarrestabile. La Fisac-Cgil in un documento segnala come dalla crisi del 2007 e fino al 2023 siano previsti ben 67.000 esuberi nelle banche italiane. Di questi, circa 17.000 sono uscite volontarie. Il sindacato segnala che queste dovrebbero essere “coperte” anche dall’assunzione di giovani. Complessivamente, quindi, il saldo negativo occupazione del settore è di circa 50.000 unità. La Fisac ha anche segnalato come, a fronte di questa situazione grave per i lavoratori, i top manager delle banche abbiano in alcuni casi superato compensi di 3 milioni di euro.



LA PREOCCUPAZIONE M5S DOPO L’ERRORE SUL PROCESSO TIME OUT

Mps non è riuscita a costituirsi parte civile, per un vizio di forma, nel processo “Time Out” relativo al fallimento della squadra di basket di Siena. Per il Movimento 5 Stelle si tratta di un fatto “di una gravità inaudita, sia perché la Banca Mps risulterebbe essere uno dei maggiori danneggiati in questa vicenda, sia perché appare incredibile che proprio la Banca Mps, con il suo cospicuo staff legale, possa aver compiuto un errore così importante e così imbarazzante, tanto da lasciare spazio a interpretazioni preoccupanti sull’intera vicenda”. I pentastellati chiedono quindi alla banca di spiegare cos’è successo e si augurano “che sia possibile rimediare a questo ipotizzato errore, in modo che la Banca Mps non sia esclusa da eventuali risarcimenti che potrebbero scaturire dalla chiusura del procedimento”. Del resto in un momento in cui si cerca il rilancio di Montepaschi e ci sono risparmiatori e dipendenti che sopportano sacrifici, sarebbe davvero una “beffa” veder sfuggire dei risarcimenti per un vizio di forma.



GLI AZIONISTI DELLE BANCHE QUOTATE

Dopo la ricapitalizzazione precauzionale, lo Stato avrà il 70% del capitale di Monte dei Paschi. Ma questa situazione non durerà a lungo: il Tesoro dovrà poi rimettere sul mercato le sue azioni appena la banca sarà stata risanata. Il panorama delle banche quotate non è però certo molto “ordinato”. Una ricerca del Centro Studi Uilca, sulla base delle comunicazioni obbligatorie alla Consob, rivela infatti che sono solo 35 gli azionisti di banche quotate con partecipazioni dichiarate superiori al 3%, per un valore complessivo, ai prezzi di mercati, di 26,9 miliardi euro, contro un capitalizzazione complessiva delle banche di 119,8 miliardi. “Non possiamo non notare che non si conosce chi sia il proprietario dei 92,9 miliardi di euro del sistema bancario italiano”, ha spiegato Roberto Telatin, curatore della ricerca. La quale mette in evidenza un altro dettaglio interessante: circa un terzo dei 35 azionisti con partecipazioni maggiori al 3% sono investitori stranieri. Inoltre, i maggiori azionisti delle due principali banche popolari che si sono trasformate in Spa, ovvero Banco Bpm e Ubi Banca, sono fondi di investimenti stranieri.

Telatin ha evidenziato che “oggi, con le fondazioni che hanno riallocato il proprio patrimonio uscendo, o riducendo, la propria presenza nel mondo del credito, con la trasformazione giuridica delle banche popolari e delle banche di credito cooperativo, si aprono nuovi scenari per il sistema bancario italiano”. Scenari che è bene cercare di prevedere, perché, come ha sottolineato Massimo Masi, Segretario generale Uilca, “il rischio concreto che corriamo èche nelle banche, con piccole percentuali di capitale, si possono attuare scelte che arricchiscono pochi e impoveriscono molti”.