AUMENTO DI CAPITALE A SETTEMBRE
I decreti per la ricapitalizzazione precauzionale di Mps arriveranno a breve e questo consentirà di poter far salire la quota pubblica nel capitale della banca almeno al 55% entro l’inizio di agosto. Tuttavia il varo dell’aumento di capitale, con la conversione delle obbligazioni in azioni, dovrebbe avvenire a settembre. È quanto riporta Mf-DowJones citando due fonti vicine al dossier. Questo potrebbe anche comportare uno slittamento dei tempi riguardanti il ritorno alle contrattazioni in Borsa dei titoli di Montepaschi. È infatti difficile immaginare che prima che si arrivi a definire esattamente il nuovo assetto societario, soprattutto a quanto ammonterà la quota di capitale in mano allo Stato, vi sia la possibilità di aprire le contrattazioni. Tuttavia, com’è stato già chiarito nelle scorse settimane, toccherà alla Consob prendere una decisione al riguardo.
LE OSSERVAZIONI M5S AL BILANCIO DELLA TOSCANA
I consiglieri regionali del Movimento 5 Stelle in Toscana hanno partecipato alla relazione della Corte dei conti sul rendiconto di bilancio 2016 della Regione e non hanno potuto fare a meno di notare che i risultati negativi siano “lo specchio dell’incapacità amministrativa del governo Pd-Rossi in materia di pianificazione delle spese e previsione delle entrate”, Gabriele Bianchi,vicepresidente della commissione Affari istituzionali e bilancio, ha spiegato che “giustamente la Corte dei Conti è tornata anche quest’anno a sottolineare il problema indebitamento, 2 miliardi di euro, con un costo complessivo a carico dei cittadini toscani di 179 milioni. “Purtroppo Rossi e il Pd sono abituati a scelte deleterie in materia di debito messe in conto alle future generazioni. Basti pensare a quel derivato sottoscritto con Mps quando la maggioranza degli analisti all’epoca prevedevano ampiamente la diminuzione dei tassi di interesse. Ci è già costato 7 milioni, e continuerà a costarci”, hanno aggiunto i pentastellati.
SLITTA L’APPROVAZIONE DELLA SEMESTRALE
Venerdì era in programma il cda di Mps con all’ordine del giorno l’analisi e l’approvazione della semestrale. Tuttavia l’appuntamento è stato fatto slittare a data da destinarsi. Infatti i conti della banca avrebbero dovuto tenere conto della svalutazione relativa alla cessione dei crediti deteriorati, “tamponabile” utilizzando il proprio patrimonio, che sarebbe stato poi ricostituito mediante la ricapitalizzazione precauzionale. Quest’ultimo tassello del puzzle non è però ancora pronto. Secondo quanto riportato da Il Sole 24 Ore, infatti, i decreti del ministero dell’Economia e delle Finanze sono stati firmati da Pier Carlo Padoan, ma sono ancora all’esame della Corte dei Conti e fino alla pubblicazione in Gazzetta Ufficiale non si potrà quindi procedere rispetto a quanto “programmato”. Dunque è altamente probabile che l’approvazione dei conti del secondo trimestre di Montepaschi slitti alla prossima settimana.
L’ANALISI FIRST-CISL SUI POSTI DI LAVORO PERSI
Si va verso “un’ecatombe occupazionale” nel settore bancario. Lo segnala la First-Cisl, che ha effettuato un’analisi sugli accordi siglati e i piani industriali presentati dalle banche italiane da gennaio a oggi e il risultato è che nella prima parte dell’anno sono stati decisi 17.500 nuovi esuberi. Limitandosi ai soli grandi gruppi, il sindacato ricorda che a febbraio è stato sottoscritto in UniCredit l’accordo per le uscite di 3.900 dipendenti, mentre nei giorni scorsi l’operazione che ha portato al salvataggio di Banca Popolare di Vicenza e Veneto Banca, che passeranno a Intesa Sanpaolo, ha previsto una prima tranche da 1.000 esuberi, cui seguiranno altre 3.000 uscite. Non bisogna poi dimenticare che il nuovo piano industriale di Monte dei Paschi prevede 5.500 esuberi.
“Non si può continuare così e soprattutto è ora di smetterla di pensare che il taglio del personale sia diretta conseguenza delle problematicità del credito o della digitalizzazione”, dichiara Giuliano Romani, Segretario generale della First-Cisl, secondo cui “il vero problema è che le banche intervengono sui processi organizzativi senza investire su prodotti e servizi, che invece sono la leva necessaria per agire sul versante dei ricavi e per rilanciare la fiducia della clientela e anche l’occupazione del settore”. L’ufficio studi di First Cisl stima che il costo netto per il sistema bancario derivante da queste operazioni sia superiore ai 2 miliardi di euro, cui si aggiungono gli 1,2 miliardi messi a disposizione dal Governo per il salvataggio delle banche venete. Per il quale, ricorda Romani, ci sono anche società che non saranno acquisite da Intesa Sanpaolo e dunque resta il dubbio su quale sarà il destino degli oltre 700 loro dipendenti.