L’interessante articolo di Sergio Luciano sull’azionariato delle banche italianefornisce spunti per diverse considerazioni sul nostro sistema bancario. Luciano fa una constatazione fondamentale: la mancanza di una chiara strategia alla base delle varie riforme. A mio parere, ciò deriva dal fatto che le nostre banche sono state sempre considerate solo dei centri di potere e non componenti essenziali del sistema economico. Questo non solamente da parte della classe politica, nazionale e locale, ma anche da una parte consistente dei nostri imprenditori. Questa ottusa mancanza di strategia si riscontra anche nelle riforme relative alle banche popolari e delle fondazioni bancarie citate da Luciano. È da notare, peraltro, anche l’incapacità delle pur potenti associazioni di settore di spingere i propri associati a elaborare proposte autonome di riforma. Venendo da chi opera sul campo avrebbero avuto, o avrebbero dovuto avere, quanto meno un maggior riscontro con la realtà e una maggiore capacità di prevedere le conseguenze delle riforme. Le successive lamentele appaiono simili a lacrime sul latte versato.