PERDITA DI 3,24 MILIARDI NEL PRIMO SEMESTRE 2017
Le indiscrezioni sono state confermate: nei primi sei mesi dell’anno, Mps ha fatto registrare una perdita superiore ai 3 miliardi di euro, precisamente pari a 3,24 miliardi, su cui hanno pesato i 4 miliardi di rettifiche sui crediti. Dunque riuscire a “liberarsi” degli Npl ha avuto un suo costo non indifferente e si spera che la banca toscana, dopo la ricapitalizzazione precauzionale, possa ripartire con slancio e migliorare la propria situazione. In questo senso fanno ben sperare gli aumenti registrati nei depositi e nella raccolta netta. Grazie all’intervento pubblico, ora il Cte1 di Montepaschi è pari al 15,4%. Se non ci fosse stata la ricapitalizzazione precauzionale, l’esborso dovuto alla svalutazione degli Npl avrebbe portato quest’indice all’1,5%. Al momento, lo Stato risulta primo azionista con il 52,18% del capitale, seguito da Generali con una quota del 4,32% dovuta alla conversione in azioni dei bond subordinati in portafoglio del colosso assicurativo.
RIDOTTE LE LINEE DI CREDITO DI ENI
Monte dei Paschi ha deciso di ridurre le linee di credito di Eni, portandole a 350 milioni di euro da 1,6 miliardi precedentemente previsto. Tale scelta non è dovuta a particolari problemi né della banca, né del gigante energetico italiano, ma al fatto che entrambe le società avranno presto il medesimo azionista di riferimento, ovvero il ministero dell’Economia e delle Finanze. Più nello specifico, l’operazione intende evitare il superamento del limite regolamentare del 5% fissato dalle Disposizioni di Banca d’Italia. Le disposizioni di vigilanza prudenziale per le banche, infatti, prevedono che l’assunzione di attività di rischio nei confronti di una parte correlata non finanziaria configurabile come “partecipante di controllo” debba essere contenuta entro il limite del 5% del patrimonio di vigilanza consolidato della banca.
Un limite, tra l’altro, che internamente Monte dei Paschi aveva posto al 3% e che viene ora derogato mediante una delibera, di modo che si possa mantenere un livello di affidamenti che consentano di salvaguardare i rapporti commerciali con una realtà industriale riconosciuta a livello internazionale. La delibera è stata assunta dal consiglio di amministrazione della settimana scorsa e in ogni caso l’operazione non comporta alcun tipo di rischio legato a un potenziale conflitto di interesse o rischi diversi da quelli impliciti in un normale finanziamento. L’operazione oltretutto consente di realizzare il rientro entro i limiti prudenziali dell’esposizione di Eni.