Titolo che guadagna oltre l’8%, prestigio internazionale di nuovo rispolverato e possibili alleanze che tornano “di moda”: per Fca gli ultimi giorni sono di fuoco, e non per il caldo che prende nella morsa i due Paesi d’origine ovvero Italia e Usa. Per il colosso Fiat Chrysler Automobiles il momento è d’oro da quanto si sono fatte corpose le voci su alcune possibili offerte cinesi di acquistare parte del colosso italo-americano, come confermato ieri anche dall’autorevole Automotive News. «Fca è nel mirino di acquirenti cinesi per un possibile futuro clamoroso cambio di proprietà»: la rivista di auto aveva dato così ieri il via alle corpose ipotesi di acquirenti da Pechino, facendo alzare il titolo in Borsa come raramente visto negli ultimi mesi. Come spiega bene oggi il report di Repubblica, «Anche senza un probabile rilancio cinese il fatto che Fca sia tornata appetibile potrebbe riaprire il dossier, fino a ieri considerato chiuso, di una alleanza con Gm». Il nodo-alleanze resta dunque nei primi pensieri dei vertici Fca, visto che con le notizie di possibili sirene cinesi, l’amministrazione Trump potrebbe spingere e non poco su Gm per riconsiderare la possibile alleanze strategica e commerciale con Fca.
NON TRAMONTA L’IPOTESI CINESE
I cinesi vogliono comprare, pare, l’intera quota di Jeep e gran parte di Fca: la guerra commerciale dunque prosegue sul fronte Pechino-Washington con la famiglia Agnelli che tramite l’ad Marchionne prova a studiare ogni scenario. «Fiat Chrysler Automobiles è un target attraente per molti gruppi di Pechino; un’offerta è stata presentata un mese fa, e respinta al mittente da Fca in quanto non sufficiente», riporta ancora Automotive News. L’alleanza che la ceo di Gm, Mary Barra, aveva più volte rifiutato, potrebbe diventare una necessità difensiva per tutelare l’auto Usa dagli assalti cinesi, come più volte evidenziato dallo stesso Trump per nulla intenzionato a lasciare gioielli americani in mano cinese. I rumors raccolti in questi giorni riportano che il polo del lusso made in Italy, Alfa Romeo e Maserati, resterebbe al gruppo Exor mentre finirebbero in mani cinesi le attività americane, a partire dalla Jeep che da sola vende quasi 2 milioni di auto all’anno. Il prossimo autunno potrebbe essere dunque decisivo per vedere cosa e come la famiglia Agnelli deciderà di accettare sul doppio tavolo “di gioco”, tra la Cina pressante e gli Stati Uniti allarmati dallo spettro del dragone.